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Il Barcellona accoglie Xavi come un re davanti a 10 mila tifosi: “Il mio posto è qui”

A Barcellona si è celebrato lo “Xavi Day”, il giorno della maestosa presentazione del nuovo allenatore, avvenuta al Camp Nou al cospetto di 10 mila tifosi sugli spalti e di centinaia di giornalisti in tribuna. “Se avrà difficoltà gli daremo ancora più supporto” ha premesso il presidente Laporta con cui il neo tecnico ha saltato e intonato inni da stadio.
A cura di Alessio Pediglieri
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Quando Xavi fa il suo ingresso al Camp Nou, allestito per l'occasione, nel momentaneo silenzio dello stadio si sentono solamente gli scatti dei fotografi. Dieci, cento, mille il tutto in pochissimi istanti, il tempo di fare i gradini, salutare velocemente e sedersi in panchina dove ha preso il posto di Sergi Bajuran che ha coperto l'interregno tra l'arrivo dell'ex stella blaugrana e l'esonerato Ronald Koeman.

É ciò che lo aspetta da qui ai prossimi giorni, settimane, mesi nel difficile compito di risollevare le sorti di un club con cui in campo ha vinto, ripetutamente, tutto ciò che c'era in palio. Non è certo questo il momento per poter ricalcare quelle gesta, ma certamente per ridare prestigio ad una società in quasi totale disarmo.

Il ritorno al Barça ovviamente è un ritorno a casa e gli onori sono stati maestosi, con un Camp Nou aperto per l'occorrenza a 10 mila tifosi assiepati in tribuna a cantare il nome di Xavi e intonando cori da stadio come (e più) quando giocava. Una cornice che consegna il Barcellona nelle mani del figliol prodigo, con il presidente Laporta che ha rotto gli indugi chiudendo la trattativa, per alcuni momenti, verso la rottura con l'Al Sadd e con lo stesso Xavi che ha fatto di tutto per ritornare in casa madre. Rifiutando offerte e ulteriori temporeggiamenti.

"Ritorno nel club del mio cuore, laddove ho trascorso metà della mia vita" ha detto emozionato ai microfoni in mezzo al prato verde del Camp Nou, accanto al presidente Laporta con il quale ha cantato e saltato insieme ai tifosi in delirio. "Avevo già rifiutato in un altro paio di occasioni" ha continuato Xavi, confermando quanto il Barcellona lo avesse da tempo nel mirino e contasse su un suo ritorno. "Non erano le occasioni giuste, per questo ho rifiutato ma adesso credo di essere pronto. Non è un momento facile, ma so che insieme possiamo rialzarci".

Una sfida nella sfida, perchè il ritorno al Barcellona coincide proprio con un o dei momenti peggiori del club, sia dal punto di vista finanziario, sia sul fronte sportivo. Una crisi economica senza precedenti e risultati in campo più che deludenti. "Se avrà difficoltà gli daremo ancor più sostegno e appoggio" ha ribadito Laporta convinto della propria scelta, voluta e difesa anche dalla volontà dello stesso Xavi: "Potevo andare al Brasile ed entrare nello staff di Tite, ma ho declinato. Era tutto pronto, sarei subentrato subito dopo il Mondiale in Qatar"

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