Icardi scartato a causa di Wanda Nara: “Non possiamo comprarlo e la colpa non è sua”
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Moglie. Agente. Manager. Opinionista in tv che non risparmia critiche ai compagni di squadra del marito di cui è anche procuratore. Parole che spaccano lo spogliatoio dell'Inter. C'è stata (e c'è tuttora) un'ombra sulla carriera di Mauro Icardi: gli è costata l'occasione della vita, indossare la maglia del Real Madrid che ne aveva annotato il nome sul taccuino. Un nove vero, un bomber letale in area di rigore: all'argentino non mancavano i numeri né i colpi per meritare l'arena del Bernabeu. I suoi problemi sono sempre stati fuori dal campo per il rapporto con la consorte, il modo in cui la coppia lo ha sempre vissuto, esponendolo sulla piazza social nel bene e nel male, senza vergogna, rivelando anche i dettagli più intimi della loro relazione.
Costantemente sotto i riflettori. Sovraesposizione mediatica. Esibizioni di lusso tra auto fiammanti, ville, vacanze sfarzose, investimenti immobiliari. Flirt e tradimenti, veri o presunti che siano. Foto hot. E adesso anche la separazione divenuta una sorta di soap scandita dai post e dalle stories di Instagram. Troppo anche per una superpotenza del calcio mondiale come le merengues. Anzi, proprio questi particolari hanno pesato sulla decisione finale, più politica che tecnica, più votata a valutazioni personali, caratteriali che a questioni di campo o funzionalità tattica.
In Spagna erano spaventati dal regime di vita del giocatore e dal ruolo della moglie, dal modo di relazionarsi, dall'atteggiamento ritenuto poco professionale quanto a clamore sollevato. Troppe distrazioni, poca "testa" solo sul campo ancor meno la concentrazione che deve essere sempre al massimo in una società che vuole vincere sempre. A Madrid avevano capito che farsi carico di quella situazione sarebbe stato un rischio troppo grande da correre: come stare seduti su una polveriera con la paura che potesse scoppiare da un momento all'altro.
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Anzi quella che il giornale iberico Marca aveva chiamato "profezia" s'è rivelata pura realtà. "Non è colpa sua ma non possiamo ingaggiare quel calciatore", è la posizione filtrata dalle stanze del club lasciando intendere che c'erano troppe incognite che gravavano sulla conclusione dell'operazione e la gestione del calciatore. Proprio come accaduto al Paris Saint-Germain che ha dovuto fare i conti con gli allenamenti saltati, le fughe per correre al capezzale della moglie e salvare il matrimonio. Senza avere la certezza di avere un giocatore sul quale contare.