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Ibrahimovic si ritira dal calcio tra le lacrime, ma fa una promessa: “È arrivato il momento”

Zlatan Ibrahimovic ha deciso di dire basta con il calcio giocato. A margine della vittoria del Milan contro il Verona nell’ultima di campionato, il campione svedese ha ufficializzato il suo addio davanti ad un San Siro che lo ha a lungo acclamato.
A cura di Alessio Pediglieri
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Nella notte di San siro che ha celebrato l'ultimo atto del Milan per questa stagione, vincendo 3-1 sul Verona, è arrivato anche l'annuncio ufficiale più atteso e temuto: quello dell'addio al calcio giocato da parte di Zlatan Ibrahimovic. Ad annunciarlo lo stesso attaccante svedese nel post partita mentre tutto lo stadio gli tributava l'ultimo omaggio in una serata in cui è stato il grande protagonista pur non scendendo in campo.

Una storia che finisce, un'epoca che passa la mano: l'addio di Zlatan è tutto questo con quasi 1000 partite disputate (988 per l'esattezza) e 573 gol realizzati: "È arrivato il momento di dire ciao al calcio" ha detto lo svedese visibilmente commosso e con le lacrime agli occhi. "Ma non al Milan". Parole che in parte confortano il mondo rossonero, letteralmente devastato dall'annuncio anche se oramai da un anno Ibra non riusciva più a scendere in campo con regolarità. La decisione, che era nell'aria, ha comunque commosso tutti i presenti,  tifosi e compagni di squadra scoppiati in lunghi e dirotti pianti.

"La prima volta che sono arrivato al Milan mi avete dato la felicità, la seconda volta che sono venuto qui mi avete dato amore", questo parte del commosso discorso di Zlatan, per una volta lasciando la maschera da imperturbabile supereroe per mostrare tutta la propria umanità con gli occhi lucidi e la voce rotta dall'emozione. "Ringrazio la mia famiglia per la pazienza, poi la seconda famiglia ovvero i giocatori e il mister con il suo staff. Un grazie anche ai dirigenti per l'opportunità che mi avete dato. Inoltre ringrazio dal cuore voi tifosi che mi avete accolto a braccia aperte. Sarò milanista per tutta la vita".

L'ultimo atto di serata si è consumato a centrocampo, con Paolo Maldini che ha consegnato una targa simbolica costituita dalla maglia numero 11 rossonera indossata negli anni da Ibra, tra i fragorosi appalusi del pubblico rossonero, in sold out per l'occasione. Un pubblico che aveva regalato a Zlatan già il meglio del proprio repertorio per il tifo allo svedese, tra cori dedicati e una coreografia mozzafiato, a ricordo  della grandezza del campione svedese: "GodBye" a tutta Curva Sud in un gioco di parole semplice, diretto e unico, come lo è stato Ibra in campo e fuori.

Un'assenza che ancor prima di consumarsi si è fatta sentire nell'immediato, un vuoto gigantesco che ha coinvolto tutti a San Siro, dove le lacrime sono scese copiose in un sincero sentimento di eterna gratitudine da parte del pubblico e dell'intero mondo rossonero. Culminato nelle ultime due parole pronunciate da Zlatan a centrocampo: "Forza Milan"

Adesso si apre una nuova parentesi che conosce solamente Zlatan. Le sue parole infatti aprono un nuovo capitolo nel mondo del calcio, sicuramente accostato ai colori del club rossonero ma con tante incertezze. Difficile vederlo nei panni di allenatore, ruolo che già tempo fa aveva detto non calzargli a pennello, più probabile pensarlo all'interno dello staff tecnico, a fianco di Paolo Maldini e dell'allenatore (Pioli o chi per lui): dopotutto da un anno ha fatto gavetta come motivatore e vero team manager, seguendo i propri compagni, facendo sentire la propria presenza a Milanello e in partita pur non scendendo quasi mai in campo. "Una giornata molto speciale per me" ha poi aggiunto lo svedese, "questa cosa di lasciare il calcio l’ho tenuta dentro di me, non l’ho detto a nessuno, la società non lo sapeva. Da domani sono uomo libero da questo mondo, è stata una carriera lunga, ci vediamo in giro".

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