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Ibrahimovic racconta il Covid: “Ti prende la mente e immagini anche i mali che non hai”

Zlatan Ibrahimovic è tornato a parlare della sua esperienza con il coronavirus e il suo isolamento durato quasi due settimane: “E’ una cosa tosta, all’inizio ero solo curioso. Poi ti prende la testa, senti male anche quando non ne hai. Stai fermo, sei isolato, non puoi fare nulla: alla fine parlavo con la casa, davo i nomi ai muri”
A cura di Alessio Pediglieri
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Il Covid ha sfidato Ibrahimovic, brutta idea. Così aveva scritto Zlatan nei giorni successivi alla notizia della sua positività al coronavirus dopo un tampone di routine. Circa due settimane di pausa forzata, assoluto isolamento e nessun contatto con l'esterno. Poi, però, Ibra è tornato in campo per fare la differenza. Alla fine ha vinto lui, il gigante svedese e la sua voglia di ritrovare la propria normalità. Eppure, a distanza di mesi, il ricordo di quel periodo non è certo stato dei più semplici e ripensando, anche Ibra si accorge di aver tremato sotto i colpi del virus.

Ibra l'inossidabile, Ibra l'imbattibile, Ibra l'irriducibile. La sua voglia di tornare a giocare ha avuto enorme peso nel superare il momento più difficile di questo periodo. A confessarlo è lo stesso svedese in una intervista rilasciata al Corsera dove però manifesta anche tutta la sua umanità. "Stare fermo, non potersi allenare o farlo male e poco è terribile. All'inizio ero semplicemente curioso, vediamo un po' cos'è questo Covid, poi mi ha preso di testa"

Ed è la medesima testimonianza di altri che hanno subito la morsa del Covid-19 pur non avendo gravi sintomi fisici: "Inizi a sentire dolori, immagini problemi anche dove non ne hai, ti prende di testa. Ad un certo punto parlavo con la casa, davo i nomi ai muri". A distanza di settimane sembra quasi una barzelletta ma non c'è nulla su cui sorridere. Il problema, oltre a quello fisico per chi ha altre patologie ed più vulnerabile nel corpo, è che il Covid è un avversario che entra in testa. "E' una sofferenza, per quello che senti e per quello che pensi di sentire. Avevo mal di testa costante, lieve ma fastidioso, ero stanco, ho perso anche un po' di gusto".

Poi, la ripresa e oggi il ritorno alla normalità nel Milan anche se un paio di infortuni di troppo hanno fatto concludere il 2020 nel modo peggiore: "Non ho un ego così grande da dire che so cosa accadrà. Ora voglio solo tornare a giocare e vincere per il Milan. Poi deciderà insieme alla famiglia. Certo giocare la Champions League con la maglia rossonera, chi non lo vorrebbe?"

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