Ibrahimovic operato al ginocchio, tempi lunghissimi per il rientro: “Fuori 7-8 mesi”
Sette, otto mesi fuori. È la prognosi stimata per Zlatan Ibrahimovic operato al ginocchio sinistro per guarire da acciacchi che lo tormentano da tempo. Ha festeggiato lo scudetto, se l'è goduto fino in fondo fumando il sigaro della vittoria e recitando la parte del ‘matador' a bordo del bus che ha portato la squadra in trionfo. Poi s'è sottoposto all'intervento che aveva in programma e in animo. "Ho sofferto troppo… quando parlerò capirete", aveva raccontato in maniera sibillina nel corso dei collegamenti in TV tra l'euforia per la conquista del titolo e l'incertezza scandita dalle sue condizioni fisiche.
Ibra è andato sotto i ferri consapevole, in cuor suo, che è arrivato il momento di prendere una decisione: continuare a giocare nonostante tutto, intraprendere un nuovo percorso della carriera calcistica. Non più attore diretto in campo ma con un ruolo dirigenziale, sempre di peso all'interno di una società e di un gruppo che ha preso per mano due anni fa e lo ha condotto allo scudetto.
AC Milan comunica che nella giornata odierna, Zlatan Ibrahimović è stato operato al ginocchio sinistro dal Dr Bertrand Sonnery-Cottet, alla presenza del Responsabile Sanitario del Club Stefano Mazzoni, presso l'Hôpital Jean Mermoz di Lione – si legge nella nota ufficiale -. L'artroscopia era programmata da tempo per risolvere definitivamente l'instabilità dell'articolazione attraverso la ricostruzione del legamento crociato anteriore, con rinforzo laterale e riparazione meniscale. L’intervento è perfettamente riuscito e la prognosi è stimata in 7-8 mesi.
Perché i tempi di recupero sono così lunghi? Basta prestare attenzione alla seconda parte del comunicato per comprendere quanto sia stata delicata l'operazione in artroscopia, che s'è resa necessaria per cancellare gli effetti dell'usura sull'articolazione e restituirle stabilità ricostruendo "il legamento crociato anteriore, con rinforzo laterale e riparazione meniscale".
Sette, otto mesi fuori. Un periodo di tempo che vale una sentenza e dà una risposta alla domanda che ronza in testa da un po': a 40 anni vado avanti oppure mi fermo? Ce la farò a restare su livelli di competitivi molto alti? Allo stato dei fatti, da ‘calciatore', non potrà essere a disposizione di Pioli prima del mese di dicembre. Da dirigente, invece, potrebbe iniziare subito. Ed è il piano b che il Milan ha in serbo per lui rispetto al rinnovo del contratto che gli era stato prefigurato.