Ibrahimovic legge il messaggio WhatsApp di Ambrosini in tv: “Non so se ti ho bloccato”
Zlatan Ibrahimovic è tornato in campo dopo 280 giorni. Lo ha fatto nell'ultimo quarto d'ora contro l'Atalanta, quando Pioli ha richiamato in panchina Olivier Giroud. Un boato ha accolto l'attaccante svedese che il rettangolo verde non lo vedeva da maggio scorso, da quella sfida contro il Sassuolo che valse lo scudetto per i rossoneri. "Oggi mi sentivo libero di fare quello che amo, giocare a calcio – ha spiegato a DAZN -. Ho sofferto tanto. Ma quando sto bene, sono il più forte di tutti".
E si candida a essere sempre più presente (almeno ci spera), a recuperare il tempo perso, lo dice chiaramente: vuole dare il suo contributo per aiutare la squadra e vuole farlo alla sua maniera. Sta recuperando la migliore condizione, sta crescendo, si sente bene. È certo che darà tutto.
Massimo Ambrosini è in studio, Ibra lo vede e fa una battuta sull'ex centrocampista che ha già incontrato in occasione della gara di Monza e dice di avergli mandato un messaggio: "Sì, ma decido io quando scriverti…", replica lo svedese. "No, aspetta… sta calmo, sono io che l'ho mandato a te. Leggilo quando puoi", ribatte l'ex calciatore. "Allora sono io che lo leggo quando voglio", aggiuge Zlatan.
Ma non finisce così. In studio gli chiedono di prendere il telefono, se lo ha con sé, e di leggere il contenuto del messaggio. Ibra sorride sornione, abbassa lo sguardo, mette una mano in tasca e prende il suo smartphone. Lo consulta, sta già leggendo il testo ma prima si lascia sfuggire: "Non lo so se ho il numero di Ambro, mi sa che l'ho bloccato". Poi mormora qualcosa e rivela la frase che gli è arrivata su whatsapp: "My friend, sono molto contento per te. Ti ho visto libero nei movimenti. Un abbraccio". E aggiunge scherzando: "Grazie, amore", come fosse quella realmente la fine del messaggio.
Nell'era dei tre punti a partita con i suoi 41 anni, 4 mesi e 23 giorni Zlatan è il giocatore di movimento più anziano mai sceso in campo in A (ha battuto un ex milanista, Costacurta). Quanto è mancato al Milan e quanto gli sono mancati il Milan, il campo, i tifosi? Ibra riassume tutto in poche parole molto chiare. Schietto, diretto come sempre afferma: "I tifosi mi mancavano tanto, sono loro che mi danno forza e adrenalina per continuare – ha spiegato a DAZN -. Senza di loro è difficile. Ora mi sento bene, è un anno e due mesi che non toccavo palla, che non mi sento come oggi e di poter fare quello che posso, di sentirmi libero di giocare".
Quanto sia stata dura anche per un duro come lui restar fuori lo sintetizza in pochi concetti semplici: "Ho sofferto tanto, ma davvero tanto. Volevo aiutare la squadra e non potevo perché non stavo bene. Forse potevo fare l’intervento prima, ma quello era il nostro anno per vincere lo scudetto e alla fine ce l’abbiamo fatta. Ho sofferto come non mi era mai capitato in passato, anche mentalmente dopo la tragedia di Mino. Dopo la sua morte non è stato facile".
L'ultima frase a effetto è dedicata a Leao e alle voci sul possibile rinnovo. Ibra affronta l'argomento alla sua maniera: "Mi sono già abbassato il mio stipendio per darlo a lui, sto già giocando gratis… che devo fare, gli devo dare anche la casa?".