Ibrahimovic in lacrime, Pioli fa un’epurazione: le due facce del Milan all’ultima giornata
Zlatan Ibrahimovic non ha retto alla commozione quando la Curva Sud di San Siro gli ha dedicato una bellissima coreografia prima dell'inizio dell'ultimo match del Milan in campionato contro il Verona: "Godbye", un gioco di parole tra un arrivederci e un saluto a ‘Dio', alludendo all'altissima autostima del campione svedese. Il 41enne di Malmoe, cui il club rossonero non rinnoverà il contratto che scade il 30 giugno, ha visto quanto amore e gratitudine c'erano nell'aria del Meazza e i suoi occhi sono diventati lucidi.
"Milano è casa mia", aveva detto qualche giorno fa, lanciando la palla dell'eventuale rinnovo a Paolo Maldini, ma spiegando che avrebbe voluto dare un contributo in campo, dopo le ultime due annate piagate dagli infortuni (in questa non ha praticamente mai giocato, 144 minuti in 4 presenze). Eppure l'anno scorso – senza di lui, pur a mezzo servizio – il Diavolo probabilmente non sarebbe riuscito a vincere uno Scudetto che mancava da 11 anni, il suo secondo in rossonero.
Zlatan ha atteso di essere inquadrato a bordo campo sul maxi schermo e ha ricambiato tutto quell'amore facendo il gesto del cuore con le mani, mentre tutto il Meazza urlava il suo nome. Ibrahimovic dice addio al Milan con un bottino di 93 gol in 163 presenze complessive, tra prima e seconda avventura sotto il Duomo.
Chi non può godersi il saluto di San Siro è invece Ante Rebic, che Stefano Pioli non ha convocato per la terza partita consecutiva: dopo Sampdoria e Juventus, anche col Verona il 29enne croato non è presente nella distinta del match. È l'amara conclusione di una stagione in cui il contributo dell'esterno d'attacco è stato non all'altezza delle aspettative, soprattutto considerando che si tratta di uno degli elementi con più esperienza e peso internazionale dell'intera rosa.
Il pugno duro di Pioli già si era materializzato nello scorso turno in casa della Juve: la Gazzetta dello Sport aveva svelato come dietro l'esclusione di Rebic non ci fosse alcun problema fisico ma una valutazione tecnica – e non solo quella – da parte dell'allenatore. Al mister non erano piaciuti gli allenamenti in settimana del croato, per intensità e atteggiamento generale.
Evidentemente la situazione non è cambiata dopo sette giorni e Rebic è stato epurato ancora una volta dal tecnico, forse definitivamente: il contratto scade nel 2025, ma probabilmente la sua storia col Milan è finita, dopo 123 partite e 29 gol segnati.