Ibrahimovic e la verità sull’infortunio: “Ho sacrificato il ginocchio ma per lo scudetto lo rifarei”
Zlatan Ibrahimovic sta tornando, ancora non si sa precisamente quando ma il rientro è sempre più vicino. E il fatto che il gigante svedese sia tornato a parlare delle proprie condizioni fisiche a 360 gradi è un segnale più che chiaro per i tifosi rossoneri, i compagni e per gli avversari: nella seconda parte di stagione, il Milan potrebbe avvalersi anche della sua presenza che, dati alla mano, risulta spesso e volentieri decisiva per le sorti del Diavolo.
Da difendere dopotutto c'è uno scudetto, lo stesso scudetto che il Milan ha strappato letteralmente dalle mani dei cugini nerazzurri, privandoli di una seconda stella che appariva quasi elemento scontato sulla scia del lavoro svolto da Antonio Conte e finito tra le mani di Simone Inzaghi. Invece, complice anche il solito Zlatan, i rossoneri hanno beffato l'Inter nel rush finale spalancando le porte alla festa rossonera.
Il tricolore porta indelebilmente anche la firma di Ibrahimovic e i segnali arrivano subito, a inizio stagione: alla prima presenza segna la rete del 2-0 contro la Lazio, diventando lo straniero più anziano ad aver mai segnato in Serie A alla soglia dei 40 anni ( 39 anni e 344 giorni). Quindi si prende le 100 presenze in Serie A, il traguardo dei 400 gol realizzati nei massimi campionati europei (di cui 150 nel nostro) e il record del giocatore più anziano (fresco 40enne) a siglare una doppietta – contro la Fiorentina – in campionato. Poi, il lento calvario con presenze sempre minori nel girone di ritorno, dove perderà il posto da titolare a favore di Oliver Giroud (che risulterà decisivo) chiudendo con 8 reti in 27 partite.
Il motivo dei problemi nella seconda parte di stagione verranno svelati dallo stesso Ibrahimovic settimane più tardi, a scudetto vinto e festeggiamenti conclusi, dopo l'ultimo "impegno" a favore del mondo rossonero che lo ha eletto in modo unanime a uomo spogliatoio e uomo simbolo: un ginocchio malandato, con un crociato dilaniato, lo ha debilitato non per questo impedendogli di provare a scendere in campo ogni volta che solamente poteva riuscire a reggere il dolore. Il tutto svelato via social, che ne ha evidenziato lo spirito infinito di sacrificio per la causa milanista: sei mesi di sofferenze che ne hanno limitato la presenza e debilitato il fisico, fino a costringerlo alla lunghissima degenza ancora oggi non conclusa, iniziata lo scorso maggio.
"Se mi chiedete se ho rimpianti" ha sottolineato lo stesso Ibrahimovic rivivendo il suo personale calvario, "non ho alcun rimpianto. Vi dico la verità: non riuscivo a fare molto perché ero molto limitato nei movimenti. Il ginocchio stava veramente male, ogni volta che entravo in campo e facevo qualcosa la situazione si aggravava, ed è quello che sto pagando in questo momento". Un momento che appariva infinito ma che sta passando anche se non esiste una data precisa per rientrare in campo: "Sto seguendo un protocollo ma purtroppo non c’è una data di ritorno perché solo quando mi sentirò pronto, quando starò bene, rientro. Questa è la cosa più importante anche se sto migliorando di giorno in giorno".
Nel mezzo, il rinnovo con il Milan per la stagione in corso, un patto d'onore e un atto d'amore con Massara e Maldini e la nuova dirigenza e la sua immancabile presenza a bordo campo per dare comunque il proprio contributo ai compagni con lo spirito e il carisma di sempre, in attesa di tornare decisivo anche in campo: "L'importante è tornare a stare bene e se uno sta bene riesce a fare le cose giuste. Non ho voglia di tornare solo perché mi chiamo Ibra: ho voglia di farlo per tornare a fare la differenza". Il Napoli è avvisato, prendere il tricolore al Milan sarà ancora più difficile, cucito a doppio filo dall'orgoglio di Ibrahimovic.