Ibrahimovic contro EA Sports e FIFA: “Chi vi dà il permesso di usare il mio nome?”
"Qualcuno sta facendo profitto sul mio nome e sulla mia faccia senza alcun accordo in tutti questi anni. È ora di indagare". È così che Zlatan Ibrahimovic chiama in causa la EA Sports – casa produttrice del popolare videogioco di calcio Fifa 21 – perché si presume abbia utilizzato il suo volto e la sua identità per arricchire la piattaforma e le partite che lo vedono protagonista con la maglia del Milan. Lo svedese ha condiviso tutte le sue perplessità sui social network suscitando molti commenti a margine dei post pubblicati sui diversi canali come Facebook o Twitter.
Chi ha dato a FIFA EA Sport il permesso di usare il mio nome e la mia faccia? LA FIFPro? Non sapevo di essere un membro e se lo sono, mi hanno inserito con qualche strana manovra e senza il mio consenso esplicito. E di certo non ho mai dato il permesso alla FIFA o alla FIFPro di fare soldi usandomi.
Ma come stanno veramente le cose? C'è stata davvero una violazione o un'appropriazione indebita dei diritti d'immagine del calciatore? A occuparsi della questione diritti dei giocatori nei videogame è Fifpro, il sindacato internazionale dei calciatori professionisti riconosciuto da Fifa. Nel 1993 Electronic Arts e Fifpro raggiunsero l'intesa in questi termini: tutti i calciatori potevano però essere nominati solo tramite sigle. Nel 1996 le parti fanno un altro passo in avanti per lo sviluppo del gioco e la definizione somatica dei giocatori: via libero all'inserimento dei nomi e dell'immagine dei calciatori che, a cominciare dal volto, viene riprodotta nella maniera più fedele possibile.
La questione dei diritti di immagine. È divenuta cruciale nella contrattazione tra sponsor, agenti e rappresentanti dei club nel mondo dello sport e del calcio in particolare, quale disciplina più seguita. Il fenomeno è cresciuto di pari passo all'evoluzione, alla diffusione, alla popolarità, agli introiti generati dai video-giochi e alla concorrenza tra Case produttrici. Ecco perché adesso nel paniere dei diritti le cifre sono cresciute in maniera esponenziale, alimentando la sfida sul mercato e l'offerta da sottoporre alle società che, attraverso la cessione del proprio marchio, possono incamerare somme importanti.
Il caso della Juventus ribattezzata Piemonte Calcio. Fino all'edizione 2020 di Fifa i bianconeri erano identificati con il nome originario del club ma da quando Pes (piattaforma concorrente) s'è assicurata i diritti di sfruttamento del marchio gli sviluppatori sono stati costretti a inventare una nuova denominazione.
E i giocatori? Se lo chiede lo stesso Ibrahimovic che provvederà a investigare su come stanno le cose, magari venendo a capo della vicenda a cominciare dalla società per la quale è gioca adesso. La EA Sports, infatti, ha ribadito come il Milan (come pure l’Inter) abbia sottoscritto un accordo regolare – che risale all'estate scorsa – nel quale è incluso anche il diritto all'uso delle sembianze di Zlatan nel gioco. Nel 2017, quando giocava nel Manchester United, lo svedese accettò di buon grado di far parte del gioco, omaggiato ance con una carta speciale (Ultimate Team).
Il tam tam social dopo i tweet di Ibrahimovic. Tra i commenti degli utenti e dei followers in molti gli hanno fatto notare come il suo club, l'Ac Milan, abbia firmato un accordo esclusivo per consentire agli sviluppatori della piattaforma di utilizzare scansioni del viso molto similari alla realtà per l'intera squadra. Lo stesso vale per altre società partner ufficiali EA Sports, come il Real Madrid oppure l'Inter. In buona sostanza è il suo club ad aver consentito alla Fifpro/Fifa di utilizzare la squadra nei loro videogiochi e a sua volta il Milan detiene i diritti sulla sua immagine e sui contratti (sempre che non siano intercorsi accordi differenti). Una delle parti importanti dei contratti di un giocatore. Ibra indagherà anche su quello. "Spero che adesso otterremo risposta alle nostre lettere", ha twittato il suo agente Mino Raiola.