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I tre errori di Paulo Dybala sul rinnovo che la Juventus non gli ha perdonato

Tra Juventus e Dybala la questione resta aperta con un botta e risposta pubblico tra giocatore e club. La società, nelle parole del presidente Agnelli ‘contesta’ tre elementi all’argentino: di non essere ancora il campione che tutti si attendono, che la proposta c’è ed è adeguata, che i tempi e i modi di discuterne non sono da giocatore della Juventus.
A cura di Alessio Pediglieri
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Al di là si sapere tutta la verità sul rinnovo del contratto di Paulo Dybala con la Juventus, la situazione tra il giocatore e la società bianconera resta alquanto tesa. Se è vero che la Joya ha smentito le voci su certe cifre che avrebbe ‘preteso' dal club e anche se restano come un macigno le dichiarazioni del presidente Agnelli che lo vorrebbe capitano ma che al momento non si smuove dalla propria posizione, è certificato che qualcosa debba cambiare prima in campo e poi altrove.

Il ritorno al gol in campionato dev'essere in questo senso solamente il primo passo, un tassello iniziale su cui ricostruire il puzzle. Così come l'abbraccio con Andrea Pirlo, inquadrato quale cartolina del momento distensivo tra argentino e gruppo. Paulo Dybala resta al centro della discussione e giustamente: i numeri gli parlano contro soprattutto quando si ricordano le sue indiscusse qualità.

La storia della Juventus è chiara e sotto gli occhi di tutti: difficilmente la società bianconera guarda il nome del giocatore, pensando al bene unico e primario che è rappresentato dal club. Se c'è una buona offerta, si valuta l'incidenza del calciatore sui risultati generali e nel rendimento tecnico-tattico del momento non necessaria, si vende. E Dybala non farebbe eccezione nel momento in cui le offerte fossero reali, credibili e concrete. Non semplici gossip di mercato o sondaggi di valutazione.

Il primo punto è proprio questo: quando Agnelli spera in un Dybala ‘capitano' il messaggio diventa trasversale. Oggi, a Dybala viene chiaramente contestato che non è il giocatore che la Juventus si aspetta. E la ragione sta dalla parte della società da un punto di mera statistica. La migliore stagione in bianconero da parte della Joya risale al 2017-18 con 46 e 26 gol (conditi da 7 assist) che non è mai stata più ripetuta. Tanto che nelle due successive il calo è stato vistoso: nel 2018-19 nelle sue 42 presenze sono arrivati solo 10 gol, mentre l'anno scorso sono stati 46 i gettoni e appena 17 reti realizzate anche se c'è stata una crescita importante negli assist (14).

Il secondo ‘fastidio' evidenziato nella risposta di Agnelli, riguarda i tempi e i modi del confronto. Davanti ad esternazioni pubbliche dell'argentino, il numero uno bianconero ha ripagato con la medesima moneta. La ‘Joya'  si è detta infastidita dalle tante (troppe) voci che da tanto (troppo) tempo lo circondano, reclamando maggior tutela da parte della società che, a suo avviso, avrebbe dovuto far più da scudo. La risposta non si è fatta attendere altrettanto piccata: certi argomenti si discutono in famiglia, non dopo un gol o un successo

Infine, le richieste da parte del club entrano nel merito della questione: evidenziando l'assenza di costanza di rendimento da parte del giocatore, la proposta dovrebbe essere considerata oltre ogni più rosea aspettativa dall'argentino e non una questione su cui dibattere. In attesa, ovviamente, dell'ultimo decisivo responso che come sempre arriverà dal campo.

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