I tifosi dell’Ungheria si voltano di spalle durante l’inno della Germania
Uno streaker che indossa la maglia della nazionale tedesca fa invasione pacifica in campo mostrando la bandiera arcobaleno davanti alle selezioni schierate. Verrà placcato dagli steward senza opporre resistenza: non gli occorre, il messaggio che voleva lanciare è arrivato forte e chiaro. E ancora la reazione dei tifosi ungheresi al momento dell'inno nazionale tedesco. Sono le due istantanee della partita tra Germania e Ungheria a Monaco di Baviera. Succede tutto a pochi attimi dal fischio d'inizio della partita decisiva per la qualificazione agli ottavi di finale del Girone F. Due momenti differenti ma contestuali, tenuti assieme dal filo conduttore delle polemiche che ha alimentato il dibattito in questi giorni.
La pietra dello ‘scandalo' è stata la decisione della Uefa di vietare che l'Allianz Arena si illuminasse con i colori della bandiera arcobaleno. Nessuna eccezione in questo caso come invece era accaduto nei confronti del portiere, Manuel Neuer, che da quando sono iniziati gli Europei va in campo con una fascia di capitano particolare: una stringa che spicca sulla divisa proprio per l'accostamento cromatico, per quel simbolo che è anche un gesto di sensibilizzazione pubblica a sostegno dei diritti LGTBQI.
Una scelta che, al netto del logo della Federazione proposto con la iconica freedom flag, ha visto i vertici di Nyon al centro delle critiche. Nemmeno è servito fare riferimento al regolamento, che vieta ogni riferimento politico, per fornire una spiegazione plausibile rispetto a tanta reticenza. In buona sostanza, il governo del calcio europeo ha ritenuto che quella richiesta fosse strumentale, che travalicasse l'aspetto sportivo e andasse a toccare questioni che nulla c'entrano con il gioco del calcio. Quali? La legge emanata dal parlamento ungherese che prevede, tra le altre cose, anche il divieto di parlare di temi differenza di genere, omosessualità nei programmi scolastici.
Contro la posizione della Uefa s'è schierato (anche) il difensore del Belgio e del Borussia Dortmund, Thomas Meunier. In conferenza stampa il calciatore ha fatto riferimento esplicito a come il mondo del calcio sia ancora condizionato da pregiudizi e omofobia. "Conosco calciatori che non sarebbero disposti a giocare con chi dichiara la propria omosessualità", è la frase shock del giocatore. E sulla Federazione aggiunge: "Non basta uno slogan come ‘no al razzismo' ma servono azioni concrete".