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I tifosi dell’Udinese vogliono regolare i conti con Maignan, cori e insulti: “Questo è solo un saluto”

Otto mesi fa il portiere del Milan, bersagliato dai cori razzisti a Udine, abbandonò il campo assieme alla squadra e la partita venne sospesa. La sua denuncia portò alla chiusura della curva friulana: “Uomo di m….”. Ma da Udine raccontano un’altra versione sullo striscione apparso al Meazza.
A cura di Maurizio De Santis
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I cori lanciati dal settore di San Siro dov'erano sistemati i tifosi dell'Udinese vanno bel al di là dell'astio sportivo. Dietro c'è dell'altro perché il destinatario di quelle parole è Maignan, il portiere del Milan che nella scorsa stagione in occasione del match dei rossoneri nello stadio friulano venne aggredito verbalmente con cori razzisti e altre offese pesanti perché "negro" (fu uno degli epiteti rivoltigli). Gli fecero il verso della scimmia e quant'altro rientra nel corredo accessorio di certe abitudini bestiali che echeggiano sugli spalti, lui abbandonò la porta e dal campo uscì assieme alla squadra. Venne attaccato anche dopo la sospensione e fu una pagina triste, bruttissima per il calcio italiano.

Lo striscione intimidatorio, ma da Udine rimbalza un'altra versione

C'è bisogno anche di questo antefatto per spiegare la genesi di quella scritta che al Meazza ("Oggi solo un saluto, a Udine il giusto tributo"), in occasione dell'anticipo di campionato dell'ottava giornata, è apparsa all'improvviso ma non ha stupito chi non ha dimenticato quel che accadde a gennaio scorso e l'ha collegato a quell'evento.

Il tam tam social della tifoseria udinese, invece, fornisce un'altra versione dei fatti: quello striscione – come riporta tuttoudinese.it – sarebbe stato esposto in memoria di un ultras morto nel sonno all'età di 26 anni. Sarebbe questo il significato di quel motto rispetto alla narrazione che ha preso piede durante la gara di Serie A. Un messaggio di cordoglio per l'amico tifoso a cui sarà dedicato un momento particolare in concomitanza con la prossima partita in casa contro il Cagliari (25 ottobre,  ore 18:30).

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La denuncia di Maignan per i cori razzisti portò alla chiusura della curva friulana per 2 turni

Sono trascorsi otto mesi da quella serata, sembra ieri: gli slogan dei sostenitori dell'Udinese riportano indietro le lancette dell'orologio a quell'incontro che, per i fatti avvenuti, costò la chiusura della curva per due giornate. E allora capita che, al momento dell'inversione di campo, quando Maignan finisce dalla parte dove sono sistemati i supporter bianconeri e all'orecchio gli arrivano espressioni del tipo "uomo di m**da" e altre ancora altrettanto infelici.

A quelle espressioni ha poi fatto seguito l'esibizione dello striscione che secondo l'interpretazione di molti è sembrato un avvertimento intimidatorio, quasi una minaccia. Come a dire: ti aspettiamo al ritorno (a metà aprile), questo è solo un assaggio dell'accoglienza che riceverai. Si ripeterà quel copione biasimevole? Gara interrotta per circa cinque minuti, conciliabolo tra l'arbitro Maresca (che restò molto scosso da quella situazione e dalla sensibilità del giocatore) e Maignan (che gli mimò in maniera molto efficace le offese di cui fu oggetto), ripresa dell'incontro in un'atmosfera surreale. Quel gesto di denuncia molto forte fece scattare le sanzioni nei confronti della società friulana: venne squalificato solo il settore più caldo per due giornate. Uno dei tifosi autori di quegli improperi vergognosi venne individuato attraverso una breve clip apparsa sui social, ma la caccia ai razzisti portò al fermo di molte altre persone.

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