I tifosi del Napoli per la festa Scudetto: “Portate due bandiere, una per chi non c’è più”
Due bandiere. Mio padre prima di me. Frasi semplici ma cariche di grande significato emotivo che scandiscono il comunicato degli Ultras Napoli 1972. In quelle espressioni c'è tutto: amarcord, passione viscerale che si tramanda per generazioni, attaccamento alla maglia che resiste nel tempo e prescinde da chi la indossa, crederci sempre e mollare mai. La squadra di Luciano Spalletti è a un passo dal terzo scudetto, il primo dopo l'epopea dell'ex Pibe de Oro, il primo 33 anni dopo l'ultimo acuto che risale al campione argentino, dopo la lenta decadenza, il fallimento e poi la rinascita.
E chi lo dimentica più quel Napoli-Cittadella 3-3 di Serie C con gol di Ignoffo, Savino, Toledo. È (ri)cominciato tutto da lì, da quei campi trappola della provincia del pallone, con l'interregno di Ventura in panchina prima che Edy Reja divenisse un punto fermo nella storia della squadra ripartita dal nulla totale e poi tornata in Serie A.
Il destino sta per compiersi, lo straordinario spettacolo di colori azzurri che addobbano Napoli per la sua festa più bella dovrà essere solo antipasto a quello che auspichiamo colorerà l’arena Maradona domenica. Troppe ne abbiamo passate in questi trentatré anni, tante generazioni si sono succedute alimentate solo dal racconto, è il racconto che non ha mai fatto spegnere la fiamma della passione, è il racconto che da secoli da forza alla nostra identità, è il racconto che obbligherà tanti testimoni di domani a raccogliere la staffetta e diventar anch’essi paladini della narrazione.
In poche righe vengono sintetizzati tre decenni di tifo cresciuto all'ombra di un ricordo e che oggi, finalmente, può vedere (e fare) la storia anche coi propri occhi. Napoli Campione d'Italia non è più solo filmato dai colori sbiaditi. Napoli Campione d'Italia è qualcosa che si sente nell'aria.
Al "Maradona" ci sarà il tutto esaurito per la gara di domenica pomeriggio contro la Salernitana: si sarebbe dovuta giocare sabato, si giocherà con 24 ore di posticipo per ragioni di necessità e di ordine pubblico, si andrà allo stadio dopo il match dell'ora di pranzo tra Inter e Lazio che può cambiare tutto o lasciare tutto com'è, rinviando i festeggiamenti ancora per un po'. Comunque vada, sarà un successo perché al cuor non si comanda. E il cuore ha una memoria speciale.
Nel rispetto dei tanti che con il loro insegnamento e con i loro racconti ci hanno fatto innamorare di quei colori e purtroppo sono mancati, portate due bandiere, una personale ed un’altra per chi non c’è più’ed avrebbe meritato di esserci. Fate che lo sventolio si confonda con il cielo in un’enfasi di colori azzurri. Molte lacrime scenderanno, ma da lassù qualcuno sorriderà. Mio padre prima di me '72.