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I tifosi del Liverpool fischiano l’inno nazionale inglese in finale di Carabao Cup: perché lo fanno

Prima del match tra i Reds e il Newcastle s’è ripetuto ancora una volta lo scenario: le note della canzone sono state coperte dalla contestazione plateale dei fan del Liverpool. Per loro è un “grido di giustizia”.
A cura di Maurizio De Santis
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La finale di Carabao Cup tra Liverpool e Newcastle a Wembley è stata preceduta da un episodio che ha fatto gridare allo scandalo. Durante l'esecuzione dell'inno nazionale inglese, i tifosi dei Reds hanno reagito con bordate di fischi, buuu urlati in sottofondo e altre manifestazioni di dissenso. Quando dagli altoparlanti dello stadio si sentono le note di God Save the King (o anche God Save the Queen) al popolo del Merseyside ribolle il sangue nelle vene.

Un comportamento che s'è verificato altre volte in passato (nel 2023, contestualmente all'incoronazione di Re Carlo III) e che, in occasione del match disputato a Londra, s'è ripetuto alimentando sdegno, per quella che da molti è ritenuta una mancanza di rispetto, e curiosità per quella sonora forma di protesta. Perché lo fanno? La spiegazione affonda le radici in motivazioni essenzialmente politiche a cui si aggiunge anche uno degli episodi più tragici del calcio britannico.

Perché i tifosi del Liverpool fischiano l'inno nazionale

L'ondata di dissenso è iniziata negli Anni Ottanta per contestare le scelte di governo del Tory Party (il Partito Conservatore) e dell'ex Primo Ministro, Margaret Tatcher, che condannarono Liverpool – si legge nelle versioni riportata dai media – a una sorta di decrescita felice, declino inesorabile. Quel sentimento di rabbia e diffidenza non s'è mai placato, anzi s'è rinvigorito nel corso del tempo e ha trovato sfogo nel modo più teatrale possibile: fischiando l'inno nazionale in ogni partita dove viene suonata quella canzone ritenuta così molesta. In buona sostanza, a Liverpool non si sentivano (né si sentono oggi) rappresentati dalle figure di governo. Che sia la finale di Coppa di Lega oppure una gara di Premier League poco importa, lo scenario è sempre lo stesso.

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C'è anche un'altra ragione alla base del forte dissenso dei tifosi, fa riferimento al disastro di Hillsborough che causò la morte di 97 tifosi dei Reds. Una ferita ancora aperta, una tragedia impossibile da dimenticare e per la quale la comunità del Liverpool s'è sentita messa nel mirino, accerchiata, accusata e processata dal punto di vista mediatico, per nulla tutelata dal modo in cui lo stesso governo e gli organi d'informazione hanno affrontato la questione. Vennero sbattuti come un mostro in prima pagina, nonostante col tempo la verità dei fatti li abbia scagionati da ogni responsabilità, quel trattamento non è mai stato perdonato.

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Il copione s'è ripetuto anche in finale di Carabao Cup

Ecco perché la sensazione (ennesima) di essere traditi dall'establishment alla guida del Paese ha rinfocolato gli impulsi più ostili che da parte del popolo Reds sono una sorta di grido di giustizia per i torti subiti, non una semplice contestazione. E il copione s'è ripetuto anche in finale di Carabao Cup. "Come impedire ai tifosi del Liverpool di fischiare l'inno nazionale? La risposta è semplice: non suonatelo – ha ammesso il reporter Tony Evans, che ai sostenitori Reds è molto vicino -. Non vogliamo sentirlo. I fischi sono un grido di giustizia, di uguaglianza, un urlo contro la fame e la povertà".

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