I tempi d’attesa per il VAR fanno discutere. Tabarez: “Questo non è più calcio”
Il VAR continua a far discutere in ogni angolo del mondo. Ad ogni sua chiamata, non mancano mai critiche e polemiche di chi si sente colpito ingiustamente dalla tecnologia video. Tra gli argomenti spesso discussi da addetti ai lavori e tifosi, c'è anche il tempo che impiegano l'arbitro e i suoi assistenti per decidere su un'azione dubbia. In Italia abbiamo infatti spesso assistito a episodi controversi e ad attese interminabili, come ad esempio quella del 10 febbraio 2019, quando in Torino-Udinese il direttore di gara Guida e l'arbitro al VAR Aureliano, impiegarono 5 minuti e 17 secondi per annullare il gol friulano di Okaka.
Ma il tempo ‘perso' dagli arbitri per ascoltare le comunicazioni in arrivo dalla sala VAR, e per rivedere tutto quanto davanti al monitor posizionato a bordocampo (l'ormai famoso ‘on-field review'), ha fatto di recente parlare anche in Inghilterra. Durante Brighton-Manchester United dello scorso 26 settembre, con le squadre sul risultato di 2-2, il signor Chris Kavanagh impiegò 3 minuti a valutare e a decidere per il rigore decisivo dei Red Devils: il tutto a partita conclusa e dopo un maxi recupero di 7 minuti.
La protesta di Oscar Washington Tabarez
Nelle scorse ore il VAR è stato protagonista anche nel match tra Ecuador e Uruguay, con tre gol annullati e un rigore concesso dopo 6 minuti di interminabile attesa. "È uno strumento che è stato istituzionalizzato perché c'era un problema, quindi non vorrei discuterne in alcun modo – ha dichiarato, al termine della partita, il ct Oscar Washington Tabarez – Però quando sono necessari sei minuti per decidere su una situazione, se era rigore o se era gol… non sono più partite normali. Non voglio in alcun modo criticare il VAR, le persone che se ne occupano, o gli arbitri. Tutti noi dobbiamo impegnarci per un calcio migliore e più giusto, che però rispetti anche le radici storiche di questo sport".