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I Rangers infrangono i protocolli UEFA intonando l’inno britannico in Champions: nessuna sanzione

Dopo aver violato le imposizioni dell’UEFA, intonando e suonando l’inno in onore della Regina Elisabetta durante il minuto di silenzio in Rangers-Napoli, si attendevano conseguenze disciplinari, che non ci saranno.
A cura di Alessio Pediglieri
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Non sarebbe dovuto accadere e invece è puntualmente successo e tutti si sarebbero aspettati conseguenze severe da parte dell'UEFA che però non adotterà alcun provvedimento.  Sembrava ci dovessero essere interventi disciplinari verso i Rangers Glasgow che, in occasione del match di Champions League, con il Napoli avevano eseguito l'inno inglese in onore della Regina Elisabetta, scomparsa a 96 anni nella serata dell'8 settembre. Violazione dei protocolli indicati dal massimo organismo del calcio continentale, che avevano indicato per gli scozzesi la possibilità di celebrare la Sovrana con un minuto di raccoglimento.

Nessun inno della Champions League a pieno volume all'interno di Ibrox, in segno di rispetto per il lutto che ha colpito il Regno Britannico, dopo la scomparsa della Regina che ha comportato cambiamenti improvvisi all'interno del palinsesto dell'agenda dell'UEFA: la partita tra Rangers e Napoli, infatti, si è giocata nella giornata di mercoledì quando inizialmente si doveva disputare martedì 13 settembre. Scatenando non poche polemiche, in primis quella dei tifosi del Napoli impossibilitati nel seguire la loro squadra in trasferta, per motivi di ordine pubblico con gran parte delle forze dell'ordine scozzesi impegnate sul "fronte" regale.

Non solo: proprio le squadre britanniche, i Rangers Glasgow, il Manchester City e il Chelsea, tutte impegnate nei rispettivi turni casalinghi avevano espressamente richiesto all'UEFA di poter suonare l'inno nazionale inglese al posto di quello della Champions, ricevendo un chiaro e preciso rifiuto da parte dell'UEFA. Ma il club scozzese ha sfidato le istruzioni impartite dall'organo di governo del calcio continentale, facendo risuonare in sottofondo l'inno, "God Save The King", mentre tutti i tifosi presenti allo stadio lo hanno cantato a cappella prima del match contro il Napoli, durante il minuto di silenzio previsto.

Contemporaneamente è andata in scena una coreografia mozzafiato, con la Union Jack che ha coperto l'intera curva dei tifosi dei Rangers con la sagoma regale della Regina mentre sotto campeggiava un enorme striscione evocativo: "Her Majesty Queen Elizabeth II" ("Sua Maestà Regina Elisabetta II"). In campo, intanto, tutti i giocatori si sono raccolti in fila per osservare un minuto di raccoglimento. Tutto lecito, tranne l'inno inglese sul quale l'UEFA era stata più che categorica e per il quale sembrava essersi aperto un procedimento nei confronti della società scozzese. Il motivo dell'UEFA era ed è semplice: evitare di creare un pericoloso precedente secondo il quale, ogni società avrebbe potuto chiedere e quindi pretendere eccezioni ogni qual volta ne avesse ritenuto necessità.

Qualsiasi provvedimento si sarebbe dovuto basare sul rapporto ufficiale che doveva essere consegnato da parte degli ufficiali presenti all'interno di Ibrox e che hanno assistito a tutto. Sulle loro dichiarazioni si sarebbe dovuta prendere la decisione finale, ma che non scadrà in una sanzione nei confronti dei Rangers Glasgow che avevani incassato diversi elogi e sostegno da parte di molti media britannici, considerando la decisione dell'UEFA una vera e propria ingerenza assolutamente non appropriata, davanti a un lutto nazionale davanti al quale sarebbe stato doveroso un totale rispetto.

Una linea intrapresa anche dalla stessa UEFA che è ritornata sui propri passi con la commissione disciplinare che eviterà ulteriori strascichi sull'argomento, il tutto confermato da una indiscrezione riportata da diversi giornali britannici, con le parole di un portavoce della Uefa: "L'incidente a cui si fa riferimento non è oggetto di alcun procedimento disciplinare Uefa, verrà archiviato"

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