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I nove giorni che hanno stravolto la vita di Adriano: “Così ho iniziato a bere”

L’ex attaccante di Inter, Fiorentina e Roma Adriano in una lunga intervista ha parlato della sua carriera e della sua vita e si è soffermato sui nove giorni che gli hanno cambiato la vita. Nell’estate del 2004 passò dalla gioia per la vittoria in Coppa America con il Brasile all’improvvisa morte del padre: “Arrivai a Milano e scoprì che mio papà non c’era più”.
A cura di Alessio Morra
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Quindici trofei vinti in carriera farebbero la gioia di un calciatore normale, ma anche di uno con delle qualità molto buone ma non eccelse. L'ex attaccante brasiliano Adriano ha vinto tanto, quindici trofei ben distribuiti, ma poteva probabilmente vincerne anche il doppio. Aveva un talento enorme, potenza, velocità, fiuto del gol. Non gli mancava nulla e già da giovanissimo era un punto fermo della nazionale del Brasile e dell'Inter. Ma questo ragazzo, che è da poco entrato nella Hall of Fame del Maracanà e non ha ancora quarant'anni, ha avuto tanti problemi extra campo che gli hanno impedito di essere definitivamente uno degli attaccanti più forti della sua generazione. In una lunga e splendida intervista rilasciata a The Players Tribune il brasiliano ha parlato a cuore aperto, ha raccontato tutto ciò che voleva e ha parlato del momento in cui la sua vita è cambiata per sempre.

Adriano vince la Copa America con il Brasile

"Nel giro di nove giorni, sono passato dal giorno più felice della mia vita al giorno più brutto" dice l'Imperatore che il 25 luglio 2004 scende in campo nella finale di Copa America: è la partita delle partite. Il Brasile sfida l'Argentina che all'87' segna il gol del 2-1. Il successo sembra a un passo. I verde-oro attaccano, vogliono il pari e al 93′ lo trovano con Adriano che con una zampata firma il 2-2 che gela la Seleccion. Non ci sono i supplementari, si va direttamente ai rigori. Mentalmente l'Argentina sente il colpo. Il Brasile che aveva visto da vicino la sconfitta invece è su una nuvola. Adriano è il primo a calciare e fa gol, il suo centro apre la strada al successo, finisce 4-2. Adriano mette la firma sul successo: "Quello è stato il giorno più bello della mia vita".

9 giorni dopo il trionfo con il Brasile, muore il papà di Adriano

Adriano si gode il successo. Ma l'Inter ha bisogno di lui per i preliminari di Champions League. In panchina c'è Mancini. Il brasiliano può godersi solo una settimana di riposo e così pochi giorni aver vinto il trofeo si imbarca su un volo diretto a Milano. Quando scende da quell'aereo viene a sapere una notizia terribile: "Sono passato dal paradiso all’inferno in pochi giorni". Il papà è morto improvvisamente a causa di un attacco di cuore. In quel momento il mondo crolla addosso ad Adriano che cade in depressione ed inizia a bere. E soprattutto in quel momento il suo rapporto con il calcio cambia in modo definitivo:

 Ero tornato in Europa con l’Inter. Mi chiamano da casa. Mi dicono che mio padre è morto. Un infarto. Non mi va di parlarne, ma vi dico che da quel giorno, il mio amore per il calcio non è stato più lo stesso. Amavo il calcio, perché lo amava lui. Tutto qui. Era il mio destino. Quando giocavo a calcio, giocavo per la mia famiglia. Quando facevo gol, facevo gol per la mia famiglia. Quindi da quando mio padre è morto, il calcio non è stato più lo stesso.

Ero in Italia, dall’altra parte dell’Oceano, lontano dalla mia famiglia e non ce l’ho fatta. Sono caduto in depressione. Ho iniziato a bere tanto. Non avevo voglia di allenarmi. L’Inter non c’entra niente. Io volevo solo andare a casa. Se devo essere onesto, anche se ho segnato tanti gol in Serie A in quegli anni, anche se i tifosi mi amavano davvero, la mia gioia era svanita. Era mio padre, capite? Non bastava spingere un bottone per tornare me stesso. 

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