I misteri sulla morte di Grant Wahl: “Perché in uno stadio miliardario non c’era un defibrillatore?”
Il mondo del giornalismo americano – ma anche dello sport, con LeBron James in testa – piange la scomparsa improvvisa di Grant Wahl, la cui morte in tribuna stampa nei minuti finali di Argentina-Olanda ha sconvolto in primis i colleghi presenti che fino ad un istante prima ci stavano parlando e poi – col diffondersi della notizia – l'intero Mondiale qatariota. Il 48enne giornalista statunitense, un veterano di CBS, NBC e New York Times tra gli altri, stava coprendo venerdì sera al Lusail Iconic Stadium il quarto di finale che ha visto il successo dell'Argentina ai rigori, quando è stato colto da un infarto che non gli ha lasciato scampo.
Inutili i soccorsi medici, col massaggio cardiaco andato avanti per 20 minuti, prima del trasporto in ospedale dove non si è potuto fare altro che constatare il decesso di Wahl. Il fatto che il giornalista stesse lavorando senza apparenti problemi fino ad un attimo prima, ma soprattutto il video girato dal fratello in cui accusava senza mezzi termini che Grant fosse stato "ucciso", hanno fatto sollevare parecchie domande su una vicenda che appare ancora piena di punti oscuri.
I ragionamenti che vedono misteri nella morte di Wahl partono dalle sue azioni in difesa dei diritti LGBTQ+ in un Paese come il Qatar che non brilla – per usare un eufemismo – da questo punto di vista: il giornalista era assurto a fama mondiale quando lo scorso 21 novembre era stato fermato all'ingresso dello stadio dove si giocava il match tra Stati Uniti e Galles per il solo motivo che indossava una maglietta coi colori arcobaleno.
Inoltre Wahl aveva scritto più volte sulle terribili condizioni dei lavoratori migranti in Qatar, altro punto dolente del Paese organizzatore dei Mondiali. Nel suo ultimo intervento aveva criticato l'amministratore delegato della Coppa per la sua risposta circa la morte di un lavoratore migrante filippino nel resort utilizzato dall'Arabia Saudita durante il torneo. Insomma il giornalista non stava esattamente simpatico alle autorità locali, il che ovviamente non autorizza ad ipotizzare alcunché stanti le attuali informazioni disponibili.
Quello che è certo è che Wahl, pur regolarmente al suo posto in tribuna stampa per Argentina-Olanda, non stava bene da qualche giorno. Aveva iniziato a lamentarsi di avere qualche problema lunedì, discutendone sul suo Substack: "Il mio corpo alla fine si è rotto. Tre settimane di poco sonno, stress elevato e molto lavoro possono farti questo. Quello che era stato un raffreddore, negli ultimi 10 giorni si è trasformato in qualcosa di più serio la notte della partita USA-Olanda e ho potuto sentire la parte superiore del torace avere un nuovo livello di pressione e disagio".
"Non avevo il Covid (faccio il test regolarmente qui), ma oggi sono andato all'ambulatorio medico del centro multimediale principale e mi hanno detto che probabilmente ho la bronchite – aveva aggiunto – Mi hanno dato un ciclo di antibiotici e uno sciroppo per la tosse pesante, e solo poche ore dopo mi sento già un po' meglio. Ma ancora: No bueno".
Wahl era tornato sulle sue condizioni di salute giovedì, il giorno prima di Argentina-Olanda, parlandone nel suo podcast: "Ho praticamente cancellato tutto quello che dovevo fare e ho fatto un pisolino, sta andando leggermente meglio ma probabilmente potete sentire dalla mia voce che non sono al 100 per cento. Spero di non tossire durante questo podcast. Sto tossendo molto. Tutti tossiscono qui in questo modo, non è affatto limitato a me visto che tanti giornalisti hanno una tosse pazzesca. A volte suona come un rantolo di morte".
Una frase quest'ultima che fa venire davvero la pelle d'oca, alla luce di quello che sarebbe accaduto qualche ora dopo. "L'unica cosa che mi sorprende in realtà è che non c'è molto Covid qui – aveva spiegato – Ho pensato che potesse esserci un vero problema con quello. Non stiamo davvero vedendo casi di Covid. Stiamo solo assistendo a un sacco di malessere generale, tosse, raffreddore, e non vedo l'ora di stare meglio. Ma sarò pronto per presenziare allo stadio venerdì".
L'agente di Wahl, Tim Scanlan, ha confermato al New York Times che il giornalista aveva avuto problemi a dormire per le sue condizioni non ottimali: "Non dormiva bene, gli ho chiesto se avesse provato la melatonina o qualcosa di simile. Ha detto: Ho solo bisogno di rilassarmi un po'…". A dispetto di tutto questo, il giornalista venerdì sera era regolarmente al suo posto al Lusail Iconic Stadium per Argentina-Olanda: il suo ultimo tweet è arrivato verso la fine dei tempi regolamentari, quando ha esaltato il pareggio degli oranje realizzato con un bellissimo schema su calcio di punizione.
Poi Wahl non ha più dato segno di sé: poco dopo è accaduta la tragedia che gli ha tolto la vita. Altri operatori dei media presenti in tribuna stampa hanno visto il loro collega collassare, prima che i medici accorsi provassero inutilmente a rianimarlo con un disperato e prolungato massaggio cardiaco, fino a quando non è stato portato in ospedale. Wahl è morto appena arrivato lì o durante il trasporto, non c'è certezza al riguardo. "Sono scioccato, stasera ero seduto accanto a lui – ha raccontato il il giornalista Rafael Cores in un tweet – Stava lavorando al suo articolo sul suo laptop, mancavano circa quattro minuti alla fine dei tempi supplementari. Stava ridendo di una battuta che avevamo visto su Twitter solo pochi minuti prima. Non ci posso credere".
Qualcuno ha detto che Wahl è stato portato in ospedale con una vettura Uber, ma il governo del Qatar ha smentito questa circostanza, affermando che il trasporto è avvenuto con un'ambulanza regolarmente presente allo stadio di Lusail. Non sono state invece smentite le accuse sulla mancanza di attrezzature mediche nella tribuna stampa in uno stadio ultramoderno e pluriaccessoriato, incluso un defibrillatore che probabilmente avrebbe potuto salvare la vita al povero Grant. La testimonianza arriva da uno dei presenti in tribuna stampa in quei drammatici momenti: "Perché non c'era un defibrillatore? Questa era la domanda che continuavamo a farci l'un l'altro, mentre i medici spingevano e spingevano inutilmente sul torace. In questo stadio da miliardi di dollari…".
Intanto il fratello di Grant Wahl, Eric, dopo le sue durissime accuse su una morte non naturale del giornalista ed il sospetto adombrato di un coinvolgimento del governo del Qatar in conseguenza del suo impegno per i diritti della comunità LGBTQ+ (lo stesso Eric è gay), ha reso privato il suo account Instagram dove aveva pubblicato il video e successivamente ha dichiarato di aver rimosso lo stesso video, rammaricandosi per la sua diffusione: "L'ho pubblicato quando ero ancora sotto shock", ha spiegato.
"Mi chiamo Eric Wahl. Vivo a Seattle, Washington. Sono il fratello di Grant Wahl. Sono gay – aveva detto nel filmato, visibilmente sconvolto – Sono la ragione per cui Grant ha indossato la maglietta arcobaleno ai Mondiali. Mio fratello era sano. Mi ha detto di aver ricevuto minacce di morte. Non credo che mio fratello sia appena morto. Credo sia stato ucciso. E chiedo solo aiuto". Tutto cancellato ora, ma resta la volontà della famiglia di Wahl di sapere la verità su quello che è accaduto venerdì sera in Qatar.
Al momento tutto quello di ufficiale che c'è sulla morte di Grant Wahl è la nota del comitato organizzatore dei Mondiali: "Ha ricevuto cure mediche di emergenza immediate sul posto, che sono continuate mentre è stato trasferito in ambulanza all'Hamad General Hospital. Siamo in contatto con l'ambasciata degli Stati Uniti e le autorità locali competenti per garantire che il processo di rimpatrio della salma sia conforme ai desideri della famiglia". Nessun accenno alle cause della morte: troppo poco per chi ha appena perso un fratello, un marito, un amico. Servono altre risposte. La Casa Bianca sta seguendo il caso attraverso l’ambasciata in Qatar, il corpo di Grant Wahl dovrebbe essere rimpatriato dopo l'autopsia.