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I gol di Osimhen, i cambi di Spalletti: il Napoli rimonta il Leicester 2-2

Il Napoli agguanta il pareggio (2-2) nella prima partita della fase a gironi di Europa League a Leicester. A condizionare la prestazione dei partenopei i tanti errori commessi. Osimhen accorcia le distanze e poi raddoppia ma aumenta il rammarico per le opportunità fallite e per le ingenuità commesse, per le palle perse che innescano gli avversari.
A cura di Maurizio De Santis
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I cambi di Spalletti, quando ridisegna la squadra nell'ultimo quarto d'ora. La doppietta di Osimhen. Il carattere di una squadra che non molla mai. Il Napoli acciuffa per i capelli la prima partita di Europa League pareggiando 2-2 a Leicester, annullando le reti di Ayoze Pérez e Barnes. Passa dalla paura al rimpianto. Un risultato fedele rispetto al cinismo dei padroni di casa che colpiscono (e affondano) i partenopei con una rete per tempo e poi ne subiscono il ritorno e si smarriscono alla distanza, chiudendo addirittura in dieci per il "rosso" a Ndidi.

Uno-due senza troppi fronzoli, giocando una gara equilibrata e approfittando delle sbavature dei campani. La punta nigeriana, croce e delizia, è un pericolo costante, al servizio dei compagni, accorcia le distanze ma aumenta il rammarico per le opportunità fallite e per le ingenuità commesse, per le palle perse che innescano gli avversari. Ci pensa lui a sbrogliare la matassa.

Errori. La formazione di Spalletti ne commette troppi, in difesa e al momento della conclusione. Il più macroscopico e grossolano capita dopo nemmeno dieci minuti e concede al Leicester una palla comoda, comoda da mettere alle spalle di Ospina. Fabian perde palla, sugli esterni né Malcuit (schierato a destra) né Di Lorenzo (questa volta posizionato sulla sinistra) sono in posizione. Lì, sulla corsia mancina, Mario Rui non c'è e i partenopei non hanno mai colmato quella lacuna comprando un calciatore di ruolo affidabile. E quando Ayoze Pérez batte al volo di collo interno quasi non ci crede di avere tanto spazio per studiare la traiettoria della sfera, il tempo e il momento dell'impatto: sfrutta tanta grazia e sigla il vantaggio.

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Un lampo di azzurro carico (motivo per il quale i partenopei sfoggiavano una divisa rosso fuoco con inserti in giallo-oro e bianchi) in una trama vermiglia che Spalletti traccia chiedendo alla squadra di stare in campo con personalità. E, in effetti, i partenopei ne mostrano abbastanza. Fanno gioco, a tratti sono dominanti. Tengono il baricentro alto e mettono i brividi ai tifosi inglesi con i tiri Insigne (fuori di poco), Zielinski (l'azione più ghiotta fallita) e Lozano (colpo di testa deviato da Schmeichel in tuffo). Ma rovinano tutto per imprecisione e precipitazione oltre a una condizione a sprazzi palesata da quei calciatori (Ruiz e Zielisnki) che non imprimono né guizzo né cambio di passo. Anguissa nel cuore della mediana capisce qual è la diversità tra la Premier e la Serie A: anche lui, che era sembrato un gigante contro la Juve, va a intermittenza.

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Cavallo pazzo. L'attaccante nigeriano è scatenato là davanti. Quando trova lo spazio si fionda e si fa valere in velocità. Fa densità in area di rigore, si muove su tutto il fronte (è lui che serve una palla d'oro a Malcuit che ciabatta il tiro), affonda il colpo e ripiega, è lì quando serve metterci il piede sotto e "sparare" verso la porta del Leicester. Ma non inquadra mai il bersaglio. Lui come altri compagni di squadra. C'è un dato che spiega bene come tanta preponderanza del Napoli si riveli inefficace: sono 15 le volte che calcia vero Schmeichel, solo 4 (alla fine n saranno 6) nello specchio della porta.

Il tema tattico non cambia nella ripresa: Rodgers lascia l'iniziativa al Napoli e sceglie il contropiede, chiude tutti gli spazi e ci riesce senza rischiare. Attende con pazienza l'occasione giusta: capita sui piedi di Daka che fa gol ma il Var salva gli azzurri. Spalletti inserisce Elmas e Politano al posto Zielinski e Lozano, forze fresche per tentare l'assalto finale. Serviranno a poco considerato l'ennesimo "regalo" fatto al Leicester: da un'altra palla persa a centrocampo si sviluppa l'azione degli inglesi, da sinistra verso destra. Barnes riceve, uccella Malcuit, e con un rasoterra perfetto raddoppia. Finita? No. Osimhen la tiene in vita con un tocco delizioso poi è la volta di Ounas e Petagna per il forcing all'arma bianca. Troppi errori, dall'inizio alla fine. Peccato. Il nigeriano si sveglia e rimedia nel finale. Pari di carattere.

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