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I giocatori dell’Argentina umiliano un tifoso dal pullman scoperto: voleva solo dargli un regalo

Durante i festeggiamenti a Buenos Aires, un gruppo di giocatori si è preso gioco di un tifoso, insultandolo ripetutamente per un futile motivo. Il tutto ripreso in diretta TV.
A cura di Alessio Pediglieri
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La "locura" argentina è in pieno svolgimento tra le vie del Paese per festeggiare i campioni del Mondo, arrivati nella notte con un volo partito da Doha, arrivato a Roma e poi ripartito alla volta di Buenos Aires. Dove migliaia di tifosi non hanno atteso le luci dell'alba per celebrare il trionfo della "Scaloneta". Un entusiasmo contagioso, irrefrenabile da parte dei tifosi in strada e dei giocatori sul pullman scoperto che è stato macchiato, purtroppo, da un episodio fastidioso: si è sentita una voce insultare un ragazzo che voleva fare loro un regalo, evidentemente poco gradito.

Dalle 2:30 l'Argentina e Buenos Aires sono in festa, una festa ininterrotta che durerà tutta la giornata, in un 20 dicembre memorabile e lunghissimo, in cui il Governo ha dichiarato 24 ore di festa nazionale. Tutto per celebrare al meglio la squadra di rientro dal Qatar dove ha conquistato la terza Coppa del Mondo in una finale oramai già passata alla storia tra le più belle e intense di sempre. Sui media argentini si vive una diretta costante che sta riprendendo la gioia di un popolo intero da quando l'aereo ha fatto scalo all'Internazionale di Ezeiza a Buenos Aires.

Scene di irrefrenabile entusiasmo continuano a impazzare nelle TV argentine e sui social, in un fiume di filmati, testimonianze e storie che ne stanno descrivendo attimo dopo attimo. Senza tralasciare ai posteri nulla, dei bello e di brutto. Così, anche il momento di puro panico – durato qualche istante e fortunatamente conclusosi al meglio – quando Messi e altri 4 giocatori hanno rischiato di venire sbalzati via dal pullman scoperto è diventato virale sul web. E così è finito in pasto al pubblico anche un altro scorcio di festa, questa volta decisamente rovinata. Protagonista? Per molti  il "Dibu" Emiliano Martinez, anche se dal filmato non si vede chi parla ma si sente chiaramente solo una voce fuori campo.

Nelle immagini trasmesse sui social in diretta da una delle tantissime emittenti che stanno seguendo i festeggiamenti in modo ininterrotto, "La octava sports", nell'ambito di una trasmissione in diretta con riprese direttamente fatte dall'autobus albiceleste, in cui i giocatori stanno festeggiando la vittoria del mondiale, è accaduto lo spiacevole episodio. E sul documentare il tutto non si ha avuto dubbi (anche se restano): è stato il portiere dell'argentina, di nuovo sul banco degli imputati per un comportamento nei confronti di un tifoso, a dir poco inaccettabile.

Mentre si svolge il filmato inquadrando i giocatori festanti sul bus, l'inquadratura si sofferma su un tifoso in particolare che, correndo, si sbraccia perché raccolgano ciò che ha in mano: un sombrero messicano. Il gesto, che voleva essere un regalo, si trasforma in un attimo in un pretesto per dar sfogo alla parte peggiore da parte dei giocatori, con una pessima reazione. "Metti il ​​cappello nel c… Messicano" si sente ad un certo punto dire da una voce fuori campo. "Che vuoi figlio di p….? Buttalo via, buttalo via… succhiami il c…! Dallo al ‘Memo' Ochoa [portiere della nazionale messicana] stupido!".

Parole volgari, offensive, del tutto fuori luogo in un contesto di festa e gioia che stridono fortemente, così come le risate in sottofondo. E non basta giustificarle ripensando alla storica rivalità tra la nazionale argentina e messicana, che si sono incontrate nel corso dei mondiali, con relative code polemiche.

A pronunciare quelle frasi per molti sembra proprio essere stato Emiliano Martinez la cui voce  è stata riconosciuta da giornalisti e tifosi argentini. Fosse davvero ancora lui, l'estremo albiceleste tornerebbe di nuovo al centro delle polemiche dopo l'inconsulto gestaccio sul palco dei premiati con il trofeo di miglior portiere del Mondiale, diventando artefice in diretta di un altro scivolone imperdonabile che nessuna parata all'ultimo secondo di una finale mondiale, o qualche trucchetto per far sbagliare gli avversari dal dischetto, riuscirebbe a cancellare.

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