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Sinisa Mihajlovic morto a 53 anni di leucemia

I funerali di Sinisa Mihajlovic lunedì a Roma, camera ardente in Campidoglio

Lunedì 19 dicembre alle 11.30 i funerali di Sinisa Mihajlovic: saranno celebrati nella basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma. Domenica 18 dicembre camera ardente in Campidoglio, dalle 10 alle 18.
A cura di Maurizio De Santis
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L'ultima apparizione in pubblico di Sinisa Mihajlovic durante la presentazione del libro di Zeman.
L'ultima apparizione in pubblico di Sinisa Mihajlovic durante la presentazione del libro di Zeman.
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La camera ardente sarà aperta in Campidoglio dalle 10 alle 18 di domani. E sarà una domenica triste per i tifosi, gli sportivi che si recheranno dinanzi al feretro di Sinisa Mihajlovic per rendergli omaggio. Lunedì 19 dicembre, alle 11.30, i funerali saranno celebrati nella basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma.

La notizia della sua morte è stata un brutto colpo per tutti: l'annuncio dato dalla famiglia nel pomeriggio di venerdì è una stretta al cuore, qualcosa che toglie il fiato e ti lascia un senso di vuoto. Le parole della moglie Arianna Rapaccioni e dei figli velano gli occhi di lacrime: chi ha vissuto un dolore così forte, chi ha perso qualcuno di tanto caro sa cosa significa. Non si può spiegare, non si deve.

A 53 anni, nonostante un trapianto e le cure, l'ex calciatore e allenatore non aveva più armi per resistere all'impatto della grave forma di leucemia mieloide acuta che lo aveva aggredito nel 2019. Nell'ultimo periodo aveva confessato: "Se non funziona nemmeno questa è finita".

Una delle ultime gare di Mihajlovic da allenatore del Bologna in occasione di un match contro lo Spezia.
Una delle ultime gare di Mihajlovic da allenatore del Bologna in occasione di un match contro lo Spezia.

Mihajlovic sapeva già a cosa sarebbe andato incontro, ha vissuto con orgoglio e compostezza, senza alcun timore di mostrare le proprie fragilità, la lunga fase della sua malattia che s'è rivelata più forte di ogni terapia somministrata.

Per tre anni s'è dato forza, s'è aggrappato alla vita, agli affetti, alla passione per il calcio, alla dedizione per il suo lavoro ma il male era tornato più devastante che mai. A Zeman che presentava un libro fece una sorpresa presentandosi nella sala della libreria: gli dette una pacca sulle spalle e lo lasciò di stucco, non s'aspettava che ad accompagnarlo ci sarebbe stato il giocatore, il "collega", l'uomo. "Non ero così cattivo, dai", gli disse. È stata l'ultima apparizione in pubblico, quella boccata di vita che ti prendi prima della fine di tutto. Il resto è nel ricordo e nelle emozioni delle persone che gli sono rimaste accanto nel giorno più difficile.

"Quando non sarai più parte di me, ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle, allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte". È la dedica commovente che la consorte ha condiviso su Instagram. "Ciao papà, mio grande ed Immenso amore. Promettimi che ti farai sentire, io ho ancora tanto bisogno di te", ha scritto una delle figlie, Virginia.

L'altra, Viktorija, ha scelto una poesia della raccolta ‘Xenia' del premio Nobel per la Letteratura, Eugenio Montale, per dire addio al padre: "Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, né più mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio non già perché con quattr'occhi forse si vede di più. Con te le ho scese perché sapevo che di noi due le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue".

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