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I dubbi dello staff di Mancini sull’Arabia, alcuni rifiutano: hanno scoperto cosa dovranno fare

Mancini in Arabia Saudita non potrà contare su tutti i suoi collaboratori storici. Molti hanno deciso di declinare l’invito a causa di condizioni di lavoro particolari.
A cura di Marco Beltrami
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Chi seguirà Roberto Mancini in Arabia? Mentre l'ex ct della Nazionale è pronto per la nuova avventura professionale, c'è ancora incertezza sui componenti del suo staff. Se alcuni hanno già dato l'ok al Mancio, altri hanno risposto in maniera negativa alla luce di quanto richiesto per l'eventuale esperienza in terra saudita.

Quello che è certo è che il tempo stringe visto che Mancini dopo la presentazione ufficiale si metterà subito al lavoro con le prime convocazioni per le amichevoli dell'8 e del 12 settembre contro Costa Rica e Corea. Ha dichiarato di voler portare "con orgoglio l'italianità nel mondo" l'ormai ex ct che si è sentito trattato come "il mostro di Firenze". Mentre la Figc valuta possibili azioni e magari richieste di risarcimento, l'allenatore sta ricreando il suo gruppo contornandosi di collaboratori di fiducia.

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Le cose però sono forse più complicate del previsto nonostante le condizioni economiche vantaggiose. Secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, al momento solo gli assistenti tecnici Fausto Salsano, Attilio Lombardo, il preparatore dei portieri Massimo Battara, i preparatori atletici Claudio Donatelli e Andrea Scanavino e l'assistente tattico Antonio Gagliardi sono pronti a seguire Mancini.

Al contrario invece non dovrebbero far parte della squadra di collaboratori di Mancini, il suo ex vice in Nazionale Alberico Evani, gli osservatori Nuciari e Sandreani, con l'ex team manager Gabriele Oriani che sta valutando. Ma cosa c'è dietro i dubbi di questi tecnici, e perché potrebbero non muoversi alla volta dell'Arabia Saudita con l'allenatore.

Ci sono vari aspetti che non hanno convinto gli ex uomini di fiducia di Mancini in campo e fuori. Innanzitutto chi decide di lavorare con il nuovo allenatore dell'Arabia Saudita dovrebbe restare almeno 183 giorni all'anno lì per motivi fiscali. Se così non fosse la cifra netta dell'ingaggio si andrebbe a dimezzare. Bisogna fare i conti poi anche con condizioni di lavoro particolari, legate al clima: necessario seguire gli allenamenti o al mattino presto o la sera tardi per sfuggire alle alte temperature.

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Bisognerebbe poi vivere magari anche in hotel e lavorare per la federazione a 360° non solo per l'attività della nazionale. Insomma una serie di fattori che non hanno convinto una parte dei fedelissimi di Mancini. Quest'ultimo dovrà trovare altre soluzioni.

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