I discorsi di Mancini nelle riunioni prepartita agli Europei: un mostro, andrà tutto come dice lui
L'Italia ha piazzato ben 5 giocatori nella Top 11 dei campionati Europei che l'hanno vista trionfare a Wembley, a testimonianza di una rosa dalla qualità davvero molto alta. Ma la trasformazione della semplice somma dei nostri talenti in un gruppo invincibile – la Nazionale azzurra non perde da 34 partite – non sarebbe stata possibile senza il lavoro meraviglioso di Roberto Mancini.
Il docufilm ‘Sogno azzurro, la strada per Wembley', trasmesso giovedì sera sulla Rai, ha fatto capire realmente lo spessore umano e la capacità di guidare una squadra alla vittoria del CT dell'Italia. Un miracolo quello compiuto dal CT jesino in appena tre anni dal disastro della mancata qualificazione ai Mondiali, con le macerie della gestione Ventura da raccattare e mettere assieme. Di Mancini nel docufilm si vedono l'empatia davvero toccante con i suoi ragazzi, me anche le riunioni tattiche prepartita. Ed è lì che forse per la prima volta si può apprezzare quanto sia mostruosamente bravo l'allenatore campione d'Europa: tutto quello che lui prevede possa accadere contro una certa squadra, puntualmente si verifica in campo.
Le telecamere inquadrano il suo discorso alla lavagna prima di Italia-Galles, terzo ed ultimo match del girone vinto a punteggio pieno dagli azzurri. Il Mancio prima scrive come d'abitudine la formazione titolare che scenderà in campo, poi dà le dritte giuste alla squadra: "Quando andiamo a crossare, non facciamo cross alti. O forti sul prima palo o forti tra portiere e linea difensiva". A quel punto le immagini cambiano rapidamente scenario: stadio Olimpico, 39′ del primo tempo, c'è una punizione dalla trequarti destra. Verratti batte forte e teso sul primo palo, dove irrompe Pessina che segna il gol vittoria dell'Italia. Più chiaro di così…
Altro match, altro briefing prepartita, stavolta prima dei quarti contro il Belgio. Mancini è sempre alla lavagna, elegantissimo, e parla col suo tono di voce estremamente pacato, che entra nell'animo: "Massima tranquillità e giocare come abbiamo sempre giocato. Dimentichiamo tutto quello che abbiamo detto in questi giorni. Sappiamo che affrontiamo una squadra forte, com'è giusto che sia un quarto di finale. Ok? Difendere sempre insieme, se siamo qua (indica la trequarti difensiva, ndr) difendiamo qua. De Bruyne inizierà a dribblare perché è veloce, potente, tecnico. Quindi essere abbastanza stretti quando ha la palla lui e pressare, perché lui la può mettere ovunque. A 60 metri mette la palla, sopra la difesa mette la palla… ovunque lui sia, può mettere la palla dove vuole. Però dobbiamo fare tutto questo di squadra". Le immagini cambiano e si vede De Bruyne in azione qualche ora dopo contro l'Italia, provare in campo esattamente le giocate predette del Mancio. Ma gli azzurri sanno esattamente cosa fare e lo fermano sistematicamente.
Si torna ancora indietro alla riunione tattica e Mancini passa alla fase offensiva: "Quando arriviamo lì, calma. Ci concederanno diversi tiri da qua (indica lo spazio appena fuori dall'area del Belgio, ndr), quindi con calma ci si prepara bene o si può tirare". Altro salto in avanti di qualche ora e siamo di nuovo sul terreno di gioco dell'Allianz Arena di Monaco: Insigne prende palla a metà campo, salta un avversario come fosse un birillo ed arriva fino al limite dell'area, dove nessuno esce a prenderlo, esattamente come predetto dal Mancio. Tiro a giro specialità della casa e gol del raddoppio azzurro. Poco dopo le immagini mostrano Insigne spiegare il giorno dopo come lui sapesse benissimo cosa sarebbe accaduto: "Ho portato palla, non usciva nessuno, sapevamo che non usciva nessuno là".
Spesso si dice che l'allenatore bravo sia quello che fa meno danni, ma poi ci sono quelli davvero bravi. Quelli che conoscono intimamente quella materia di cui sono fatti i sogni a forma di pallone. Quelli che vincono. Roberto Mancini è uno di loro.