I dirigenti dei 6 club inglesi della Superlega lasciano i ruoli istituzionali in Premier League
L'Inghilterra non perdona. I dirigenti dei sei club inglesi coinvolti nel progetto della Superlega sono stati costretti a dimettersi dai ruoli amministrativi della Premier League. A riportare la notizia è l'emittente televisiva britannica BBC. Quanto accaduto nelle scorse ore sarebbe solo una conseguenza di quanto era già stato messo in piazza nei giorni scorsi: il tentativo della "Big Six" (Manchester United, Manchester City, Liverpool, Arsenal, Chelsea, Tottenham) di creare un campionato oltre quello nazionale ha attirato pesanti critiche sia da parte dei tifosi, che abbiamo visto in piazza, che di dirigenti di club e della federazione. Gli altri 14 club della Premier League si sono sentiti traditi dalla mossa dei club più forti economicamente e hanno chiesto che i dirigenti coinvolti nel nuovo progetto calcistico europeo, tra cui Ed Woodward del Manchester United, Tom Werner del Liverpool e Ferran Soriano del Manchester City, presentassero le dimissioni dai loro ruoli istituzionali.
Woodward e Werner non faranno più parte del gruppo consultivo per i diritti di trasmissione della Premier League mentre Soriano e l'amministratore delegato dell'Arsenal, Vinai Venkatesham, sarà rimosso dal gruppo consultivo strategico dei club. Non farà più parte del comitato di revisione e remunerazione il presidente del Chelsea, Bruce Buck.
Il Tottenham, che faceva parte dei club fondatori della Super League, non era rappresentato nei tre gruppi appena citati, che sono stati introdotti 18 mesi fa e all'interno dei quali si discutevano le idee prima di essere presentate ai club per le votazioni. La scelta, chiesta e ottenuta dalle società della Premier League, non avrà effetti sul diritto di voto in assemblea delle sei società che avevano cercato di dare vita a questo nuovo torneo continentale ma si sono tirate indietro per prime poche ore dopo l'annuncio ufficiale.