I club stranieri alleati della Juve per le plusvalenze: l’intrigo internazionale nel mirino dei pm
Un network internazionale per produrre plusvalenze. Quella che la Juventus ha messo in piedi, secondo la Procura di Torino, non è solo una fitta rete di legami con società italiane (delle vere e proprie "partnership" secondo i pm). Il mercato degli ultimi anni mostrerebbe infatti una continua ricerca di sponde all'estero, con club ai vertici del calcio europeo disposti a pianificare scambi tra giocatori. Alcuni andati a segno, altri solo ipotizzati come possibili alternative dalla stessa dirigenza bianconera.
Juventus, Barcellona e le ipotesi di triangolazione
Una delle operazioni di maggior rilievo è quella del 29 giugno 2020, per il passaggio di Pjanic al Barcellona e il trasferimento di Arthur alla Juventus. I bianconeri iscrivono a bilancio una plusvalenza di 43,7 milioni di euro, cedendo il bosniaco per un valore di 60 milioni. Contestualmente, però, acquistano il brasiliano per un valore di 72 milioni, di cui solo 12 milioni come «esborso in denaro». Prima di giungere a questo accordo, Juve e Barça cercano in vari modi di far quadrare i propri conti.
Da un appunto scritto a mano da Cherubini, emerge «la totale mutevolezza […] dei valori in discorso dei calciatori […] essendo riportato "Arthur (80)" e "Pjanic (50)"». Vengono inoltre prese in esame altre contropartite nella «Strategia B»: De Sciglio (valutato 25 milioni), Douglas Costa (50-60 milioni), Rabiot (50-60 milioni), Bernardeschi (50 milioni) o Rugani (40 milioni), da inserire in possibili scambi con Dembelé (valutato 60-70 milioni, considerato «rischioso»), Ansu Fati (40-50 milioni, ma per la stellina del Barça c'era da «valutare se può restare nel gruppo dei 4 esterni offensivi, oppure prestito secco per un anno»), Todibo (20 milioni), Kouruma (10-15 milioni), Araujo (10-12 milioni) o Baldé (5 milioni).
La terza ipotesi è quella di una triangolazione, tirando in ballo un altro club. E che club: le situazioni analizzate nella «Strategia C» prevedevano infatti il possibile passaggio di una delle contropartite del Barça al Chelsea, per Jorginho alla Juventus, altrimenti all’Atletico Madrid per far approdare Thomas in bianconero, oppure al Manchester United per chiudere un cerchio e riportare Pogba a Torino, operazione che si sarebbe chiusa un paio d’anni dopo col francese rientrato in Italia a parametro zero.
Alla fine, però, i dirigenti juventini trovano l’intesa con i catalani per portare a definizione lo scambio diretto tra Pjanic e Arthur generando una plusvalenza che, secondo la Procura, «presenta anomalie sia dal punto di vista quantitiativo che temporale». L’importo «considerato ai fini del calcolo della plusvalenza» è infatti di 63 milioni ed è «differente dal valore contrattuale di cessione, stabilito in euro 60 milioni».
Inoltre, «al 30.6.2020 non erano maturate le condizioni per ritenere perfezionati i trasferimenti», poiché i club avrebbero dovuto attendere la conclusione della stagione – prorogata a causa della pandemia – per poter schierare i due calciatori.
Gli scambi con i giovani all'estero
Un’altra sponda in ambito internazionale è quella che la Juventus trova nel Manchester City. Sia per i giovani, come Pablo Moreno (10 milioni) e Felix Correia (10,5 milioni), sia per i big. Con i citizens, i bianconeri concludono l’operazione per la cessione di Cancelo (65 milioni tre rate annuali) e per l’acquisizione di Danilo (37 milioni in tre rate annuali).
La Juve realizza una plusvalenza da 30,4 milioni di euro e benché le tempistiche siano «perfettamente allineate», il club comunica alla Consob – su specifica richiesta degli ispettori – che i due accordi sono «separati e distinti». Per l’autorità di vigilanza, invece, sarebbero connessi, anche analizzando i singoli punti dei due contratti di cessione. Nello stesso database "Acquisti-Cessioni" della Juventus viene indicato il valore di 37 milioni come «scambio».
Non mancano poi i trasferimenti di giovani del vivaio, partendo sempre da Juventus e Barcellona. Nel dicembre 2019, d‘altronde, è lo stesso Paratici a comunicare a Cherubini e a Claudio Chiellini che gli azulgrana «sono aperti a fare scambi sui giovani», mentre con quelli della prima squadra è «impossibile incastrare qualcosa».
Così si chiude per Matheus Pereira (8 milioni) e Marques (8,2 milioni). Altre tratte percorse dal club bianconero sono quelle dirette verso la Svizzera, più precisamente a Basilea (Sene e Hajdari) e Lugano (Monzialo e Lungoyi), ma anche verso la Francia: con l'Amiens si intavolano le operazioni per i trasferimenti di Rafael Fonseca e Nzouango, mentre con l'Olympique Marsiglia si chiude lo scambio tra Aké e Tongya. Operazioni finite nel mirino degli inquirenti, alle prese con una questione che ormai si protrae da anni su casi simili: è possibile determinare un fair value, un valore attendibile, dei cartellini di questi calciatori?