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I club di Serie A hanno paura dei contagi da Covid nella sosta delle nazionali

Nel weekend Marotta, oggi Fonseca: i dirigenti dei club italiani hanno espresso i loro dubbi e le loro perplessità in merito ai prossimi viaggi dei calciatori in vista della pausa delle nazionali proprio nel momento in cui l’emergenza sanitaria dovuto alla pandemia Covid-19 ha portato ad un nuovo aumento dei contagi.
A cura di Vito Lamorte
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"Sono preoccupato per il prossimo impegno delle nazionali. Noi qui alla Roma siamo molto rigorosi, facciamo test quasi tutti i giorni e controlliamo la situazione. So che nelle nazionali si fa lo stesso, ma è normale che sono preoccupato". Con queste parole Paulo Fonseca ha parlato della prossima pausa per le nazionali, prevista tra il 9 e 17 novembre. L'allenatore della Roma, nella conferenza stampa che precede la gara di Europa League con il Cluj, ha espresso le sue perplessità in merito ai prossimi viaggi dei suoi calciatori in questo periodo in cui l'emergenza sanitaria dovuto alla pandemia Covid-19 ha portato ad un nuovo aumento dei contagi.

Dopo quanto accaduto in occasione della prima sosta per le varie rappresentative lo scorso ottobre, quando molte squadre si sono ritrovate con un numero importante di calciatori positivi al Covid dopo i raduni o le gare con le rispettive selezioni, ora i club cercano di mettere le mani avanti e di sensibilizzare sull'argomento le varie federazioni. Una opinione simile era stata espressa nei giorni scorsi da Beppe Marotta. L'amministratore delegato dell'Inter ai microfoni di Sky aveva annunciato la posizione del club nerazzurro sul rilascio dei giocatori per le rappresentative nazionali

Dobbiamo cercare di anticipare queste situazioni, cercando di limitare le partite delle nazionali, perché altrimenti si fa fatica a gestire le squadre fino a fine campionato. […] Affronteremo questa situazione con rigidità, perché dobbiamo rispondere ai nostri impegni e mi sembra che le federazioni debbano fare lo stesso. Bisogna avere grande cautela nei confronti dei nostri giocatori. È un malumore che serpeggia fra tutti i dirigenti. mia non è una polemica. Non voglio boicottare le convocazioni, ma i giocatori devono essere nelle condizioni per rispondere alle convocazioni. Con dei problemi, meglio lasciarli a casa. Ci vuole maggiore rispetto.

Ora come ora probabilmente si poteva fare a meno di fare a meno di congestionare ancora di più il calendario già molto complesso per via dello scorso lockdown e lo slittamento di tutti i tornei in estate ma, se la FIFA ha dato ai club la possibilità di non mandare giocatori in nazionale fino a fine anno; l'Uefa non ci ha pensato nemmeno per un momento a sedersi ad un tavolo per capire la situazione. È vero, se tutto va come deve, a metà 2021 ci sarà l'Europeo e le squadre vanno testate ma magari si poteva pensare di spostare all'inizio del prossimo anno facendo giocare solo le nazionali che si giocano un posto al prossimo Europeo, evitando viaggi e contatti a tutti gli altri. In un momento in cui l'emergenza sta travolgendo di nuovo tutta l'Europa dopo una breve tregua, forse si poteva pensare a rendere il calendario più snello ma sembra che non a tutti questa situazione tocchi allo stesso modo.

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