I cattivi pensieri di Evra faccia a faccia col nemico: “Lo trovai per strada, era quello il momento”
Ci ha abituato ad un atteggiamento sempre sorridente e positivo, Patrice Evra. Tanto professionale in campo durante la sua avventura calcistica, quanto solare fuori soprattutto quando delizia i suoi tifosi con contenuti simpatici e spesso sopra le righe. C'è stato però un momento in cui il francese ex Manchester United e Juventus, ha rischiato di perdere davvero la testa, ovvero nel 2011 quando ha denunciato un insulto razzista ricevuto dall'allora bomber del Liverpool Luis Suarez.
Il Pistolero in occasione di un match ad Anfield si rese protagonista di parole di matrice discriminatoria che gli costarono una multa di 40mila sterline dalla FA e una squalifica di 8 giornate. Pieno sostegno da parte dei Reds che gli dedicarono anche una maglia particolare, mentre il rapporto con Evra diventò incandescente. Il terzino infatti si rifiutò poi di stringerli la mano, con tanto di esultanza in faccia in occasione di un nuovo incrocio. Le cose avrebbero potuto prendere una piega diversa e pericolosa, stando al racconto di Evra in un podcast.
Ai microfoni di Diary of Ceo, la grande gloria francese ha rivelato di aver incrociato la strada di Suarez in passato a Manchester. In quell'occasione, Evra ha anche pensato di prendersi la sua vendetta: "Un giorno stavo camminando a Manchester a Deansgate e mio fratello ha detto: ‘oh, c'è Luis Suarez laggiù'. Ero con due dei miei fratelli. L'ho guardato e ho pensato ‘questo è il momento'". Dietro di lui vidi i suoi figli e sua moglie. Ho voltato le spalle e pensati ‘se gli fai qualcosa non puoi farlo davanti alla sua famiglia'. Non me ne pento perché penso che sarebbe finita male, non ho fatto niente".
Sicuramente quella di Evra è stata la scelta giusta, che fa il paio con quella presa anche in quel Liverpool-Manchester United con l'ex giocatore che ha ammesso di aver preso in considerazione l'ipotesi di vendicarsi con Suarez. Ma come sono oggi i rapporti tra i due? Evra ha svelato che tutto è quasi rientrato in occasione della finale di Champions tra Juve e Barcellona del 2015: "Stavo parlando con Neymar, lui (Suarez, ndr) è passato, è venuto mi ha stretto la mano, ha detto ‘stai bene?'. Ho detto ‘sto bene'. Nessun problema, certo non andremo in vacanza insieme. Se l'ho perdonato? Sì, si tratta di educazione. Nessuno nasce razzista".