I calciatori verso un clamoroso sciopero, colpa anche della nuova Champions: “Non siamo stupidi”
La nuova Champions League apre i propri battenti oggi ma non è tutto oro ciò che luccica. Se da molte parti si è entusiasti del format che prevede maggior spettacolo, più partite e divertimento, i diretti interessati – ovvero i calciatori – sembrano tutt'altro che soddisfatti dall'aumento delle gare e degli impegni stagionali, oramai arrivati ad un numero considerato insostenibile. A tal punto che dall'Inghilterra è nato un malcontento più che diffuso e manifesto che starebbe spingendo la categoria al gesto più estremo, lo sciopero: "Nessuno ci chiede cosa pensiamo, ma non siamo stupidi".
L'ombra dello sciopero, le parole di Rodri: "Siamo vicini allo sciopero"
Proprio alla vigilia delle sfide di Champions, il fastidio da parte dei giocatori nell'affrontare una stagione ancor più ricca di partite è stato manifestato apertamente. Ad alzare i toni e farsi portavoce della categoria, i calciatori inglesi, in particolare Rodri del Manchester City e Alisson del Liverpool. Entrambi nelle rispettive conferenze hanno sottolineato l'insostenibilità della attuale situazione: "Penso che ci siamo vicini allo sciopero. È l'opinione generale dei giocatori e se continua così, non avremo altra scelta. Penso davvero che sia qualcosa che ci preoccupa da vicino" ha spiegato il centrocampista spagnolo del City. "Qualcuno deve prendersi cura di noi perché siamo i protagonisti di questo, diciamo, sport o business, come vuoi chiamarlo: se sono riposato gioco meglio e lo spettacolo ne guadagna. Non ci sono solo soldi o il marketing"
Anche Alisson lancia l'allarme: "Non siamo stupidi, ma stanchi"
Allarme che viene rilanciato anche dall'ex Roma Alisson, portiere del Liverpool che è entrato in tackle sull'argomento: "Nessuno chiede ai giocatori cosa pensano, quindi forse la nostra opinione non conta. Non siamo stupidi e lo capiamo, ma siamo stanchi. Sappiamo che la gente vuole più partite. La cosa ragionevole sarebbe che tutte le persone, quelle che creano il calendario, che organizzano il calendario, si sedessero insieme e ascoltassero tutte le parti, compresi i giocatori. Sappiamo di avere i media e la TV, la parte della UEFA e della FIFA, la Premier League, le competizioni nazionali che premono pe giocare di più".
L'incidenza della nuova Champions League nell'aumento delle partite
La nuova Champions League ha in tutto questo una incidenza devastante: un torneo più lungo, che si disputa anche a gennaio e che prevede nella prima fase partite il martedì, il mercoledì e il giovedì. Con 36 squadre anziché 32 e più partite. Per un totale che si avvicina alla soglia delle 70 gare stagionali praticamente una ogni 4 giorni per 9-10 mesi senza pause. E con la nuova Coppa del Mondo 2026 allargata la situazione sarà ancora peggiore con i giocatori che dovranno affrontare fino a 80 partite. Insostenibile per molti, per uno stress continuo che comporta un aumento esponenziale di rischio infortuni