I calciatori che rischiano la squalifica per la “manovra stipendi” della Juventus: c’è Dybala
Nelle carte dell'inchiesta Prisma, condotta dagli inquirenti di Torino sulla gestione finanziaria e sui bilanci della Juventus compresi tra il 2019 e il 2021, c'è un altro filone che è stato preso in esame dalla Procura Figc. Con la riapertura del processo sportivo la Corte d'Appello federale ha inflitto la penalizzazione di 15 punti in classifica per la questione delle plusvalenze fittizie.
Ma c'è un altro capitolo sotto i riflettori per il quale la società rischia ulteriori sanzioni e potrebbero essere presi provvedimenti anche nei confronti dei calciatori: sono le "manovre stipendi", il taglio degli ingaggi e la riduzione dei costi in 2 bilanci (giugno 2020, giugno 2021).
Cosa è successo e, soprattutto, quali sono le irregolarità rilevate al punto da prefigurare ipotesi di reato a livello penale e sportivo? La contrazione degli introiti provocata dalla pandemia da Covid-19 (durante la quale ci fu l'interruzione dei campionati e delle coppe) ha avuto un impatto molto duro sulle finanze dei club, per affrontarla la Juve annunciò di aver raggiunto un accordo con i giocatori: avrebbero rinunciato a 4 mensilità per un risparmio complessivo di 90 milioni di euro.
Dagli interrogatori degli stessi calciatori (quali persone informate sui fatti) e dalle prove documentali raccolte dagli uomini della Procura di Torino è emerso un quadro differente: nella prima manovra stipendi il sacrificio reale era relativo a una sola mensilità mentre le altre 3 (che ufficialmente risultavano decurtate) sarebbero state corrisposte in un secondo momento sotto forma di bonus e integrazioni in aggiunta alle altre mensilità.
Un'intesa che – come si evince dalle carte dei magistrati – è stata siglata firmando un accordo segreto, di cui non bisognava fare menzione in alcun modo (tanto nelle interviste quanto con terze persone). Due tesserati (Mattia De Sciglio e Matthijs de Ligt, poi passato al Bayern Monaco) durante la deposizione mostrarono anche gli screen delle schermate dei messaggi scritti nella chat su whatsapp dal capitano, Giorgio Chiellini.
Nella seconda manovra stipendi (in questo caso la Serie A non subì interruzioni) i calciatori pattuirono intese non più di gruppo ma personali: oggetto dell'accordo (si legge nella relazione dei magistrati) era lo "spostamento di quattro mensilità senza rinuncia alcuna" e con la garanzia che sarebbero state pagate anche in caso di trasferimento in un'altra squadra oppure all'estero.
Le incongruenze tra la comunicazione ufficiale della Juventus e quanto dedotto attraverso i riscontri delle intercettazioni, le indagini e le testimonianze dei giocatori, la "carta Cristiano Ronaldo" che è stata firmata solo dal club hanno spinto Consob (la Juve è una società quotata in Borsa) e Procura di Torino a scavare nei rendiconti finanziari.
Dov'è l'irregolarità? Un pagamento può anche essere differito ad altra data ma i costi a bilancio non possono essere posticipati e della stessa manovra dovrebbe essercene traccia chiara. In buona sostanza, secondo gli inquirenti c'è una notevole differenza tra i risultati che andavano regolarmente contabilizzati e quelli effettivamente registrati a bilancio al 30 giugno nel triennio 2019 – 2021.
Se a livello penale i reati prefigurati sono molto gravi (false comunicazioni sociali, manipolazione del mercato, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o documenti ulteriori per operazioni inesistenti, ostacolo all'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza) non sono da meno i riflessi dal punto di vista sportivo.
Dopo il caso delle plusvalenze artificiali, la Procura federale ha avviato un'indagine che chiuderà a breve anche sulle "manovre stipendi" e in particolare su quelle scritture private (le cosiddette side-letter) stipulate tra club e calciatori che non sarebbero state comunicate né depositate in Federazione. Una situazione del genere, se provata, costituirebbe una violazione dell'articolo 31 comma 3 del Codice di Giustizia Sportiva: "La società che pattuisce con i propri tesserati o corrisponde loro compensi, premi o indennità in violazione delle disposizioni federali vigenti, è punita con l’ammenda da uno a tre volte l’ammontare illecitamente pattuito o corrisposto, cui può aggiungersi la penalizzazione di uno o più punti in classifica.
Cosa può accadere ai calciatori? Lo dice il comma 8 dello stesso articolo che prende in esame il caso di pattuizione o pagamento illecito che andrebbe dimostrato da parte della Procura per chiedere sanzioni anche nei confronti dei giocatori: "I tesserati che pattuiscono con la società o percepiscono comunque dalla stessa compensi, premi o indennità in violazione delle norme federali sono soggetti alla sanzione della squalifica di durata non inferiore a un mese".
La sanzione andrebbe ad interessare tutti i calciatori che nelle due stagioni in oggetto hanno firmato gli accordi contestati alla Juventus: da quelli tuttora presenti in bianconero (ad esempio i vari Szczesny, Bonucci, Danilo, Alex Sandro, Cuadrado, Rabiot, McKennie e Chiesa) fino a quelli ora impegnati in altre squadre, come Dybala, De Ligt, Kulusevski, Bentancur e Demiral.