I 24 giorni di Lorenzo Insigne, da un rigore all’altro contro la Juve per ritrovarsi
Dal 20 gennaio al 13 febbraio. Dal calcio di rigore fallito in finale di Supercoppa italiana al tiro dal dischetto decisivo nella gara di campionato. Sempre contro la Juventus. La rete segnata dagli undici metri contro i bianconeri ha un grande valore per Lorenzo Insigne (e per il Napoli) non solo perché è la 100sima in azzurro. È stata come squarciare la cappa di delusione, pessimismo, tristezza che sembrava aver avviluppato e depotenziato il talento azzurro. Aveva voglia di lasciare tutto alle spalle, l'ha fatto con la ‘cazzimma' (in dialetto è qualcosa di molto simile alla determinazione del carattere che emerge nel bene e nel male) del ragazzo che – prima ancora dell'assegnazione del penalty al Var – aveva già preso il pallone, pronto per la battuta.
È il capitano, ci ha messo la faccia quando le cose sono andate male ed era giusto che prendesse la responsabilità di calciare quel tiro in un momento così delicato della stagione e della partita. E ha fatto gol, scagliando la palla sotto la traversa con una conclusione tanto potente quanto precisa. Niente tocchi d'interno collo, né effetti speciali o il tentativo di spiazzare il portiere con finte di corpo: è andato deciso sulla palla e l'ha scaraventata in porta. Ha fatto gol alla malasorte, alle polemiche. Ha urlato tutta la rabbia che aveva dentro e di cui era rimasto prigioniero. Ha asciugato le lacrime e reagito da uomo. Aveva promesso ai tifosi – che erano andati a fargli visita mentre la squadra era in ritiro – che, da ‘napoletano' che tiene alla maglia come fosse una seconda pelle, avrebbe fatto il possibile per risollevare le sorti della squadra. Lo ha fatto nella partita più difficile e nella situazione più delicata.
Ho messo una pietra sopra a quanto successo – ha ammesso Insigne nel corso delle interviste del post partita -. Ma se penso agli errori non vado più avanti. Ho sempre sentito di avere la fiducia deii compagni e dell'allenatore. E questo mi basta.
L'errore decisivo nella finale di Supercoppa Italiana fa parte dei brutti ricordi, delle amarezze che aiutano a crescere. Il gol alla Juventus proprio su rigore (ne aveva falliti 3 contro i bianconeri su cinque calciati) può rappresentare la svolta della stagione, per se stesso e per la squadra. Intanto è stato il 100° in azzurro in tutte le competizioni, una piccola soddisfazione personale.
È una grande emozione, da napoletano è un orgoglio. La dedica è per mia moglie perché è è San Valentino. Poi al mister e ai nostri tifosi, che in questo periodo stanno soffrendo. Spero che questa vittoria ci possa aiutare ad avere quella continuità che in questa stagione ci sta mancando.