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I 112 giorni di Marco Giampaolo al Milan, un’avventura da dimenticare

Marco Giampaolo con il suo Torino affronterà due volte nell’arco di quattro giorni il Milan. Dei rossoneri è stato allenatore per meno di quattro mesi di nel 2019. Venne esonerato dopo un successo sul Genoa. A distanza di mesi il tecnico si è rammaricato molto per lo scarso tempo che ha ottenuto al Milan: “Il mio Milan aveva giocatori giovani e di grande valore che sono venuti fuori dopo il lockdown, insieme a qualche nuovo innesto. Non posso parlare della mia esperienza, è stata troppo breve per poter fare una valutazione oggettiva, ho fatto appena 7 partite”.
A cura di Alessio Morra
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L'esperienza di Marco Giampaolo sulla panchina del Milan è durata centododici giorni. L'allenatore abruzzese ha chiuso con un bilancio negativo, ha battuto una serie di record negativi prima di cedere il posto a Stefano Pioli, che ora è al comando della Serie A. E ora Giampaolo sfiderà il suo predecessore per due volte nel giro di quattro giorni. Milan e Torino si affronteranno sabato 9 gennaio in un match valido per la 17esima giornata di Serie A e poi il 12 di gennaio in una gara degli ottavi di finale di Coppa Italia. Giampaolo è un uomo calmo, saggio che non si fa prendere dai sentimenti, ma di sicuro per lui le due sfide con il Milan hanno un sapore particolare.

La mia esperienza al Milan? Ho avuto solo 7 partite

Parlando della sua esperienza in rossonero il tecnico la scorsa estate disse di non poter dare un giudizio, sette partite sono troppo poche e siamo rammaricato quasi più per la mancanza di tempo che per l'esonero: "Esperienza troppo breve per poter fare una valutazione oggettiva, ho fatto appena 7 partite. Ho allenato all'inizio una squadra incompleta, che si è aggiustata nel tempo. Lì probabilmente il tempo ha un significato diverso. Ho potuto apprezzare la grande organizzazione del club, la disponibilità delle risorse umane, le condizioni di lavoro e il centro sportivo di alto livello ma è chiaro che ci sia tanta delusione".

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Serve tempo per costruire le squadre al Milan non lo ho avuto

Del Milan ha parlato poi anche un'altra volta e lo ha fatto dopo una sconfitta subita in questo campionato con il Cagliari e lo ha fatto per spiegare che ci vuole tempo per costruire un gruppo e per far capire schemi e tattiche a tutto il gruppo: "La costruzione della squadra è avvenuta col tempo. Il mio Milan aveva giocatori giovani e di grande valore che sono venuti fuori dopo il lockdown, insieme a qualche nuovo innesto. Aveva qualità e personalità, ma oggi raccoglie anche i frutti del lavoro di mister Pioli. Ho messo completamente da parte quell’esperienza, bisogna guardare avanti".

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I problemi con squadra e società

La scelta di Giampaolo non era stata condivisa in toto e forse anche per questo l'avventura del tecnico non è stata delle migliori. La fiducia totale della dirigenza non c'è stata e visti anche i risultati decise di sollevarlo dall'incarico. Scelta condivisa da tutta la società, che ha anche sentito anche i calciatori che non apprezzavano i metodi di Giampaolo e rimpiangevano quelli di Gattuso, che aveva lasciato un buonissimo ricordo.

Il Genoa era con un uomo in più, no eravamo noi in superiorità numerica

Tre vittorie e quattro sconfitte, nessun pareggio, in sette partite di campionato sulla panchina del Milan. Un bilancio magro, con un avvio tremendo, ko nella prima giornata e poi in quattro delle prime cinque. Due successi consecutivi non riuscirono a evitare l'esonero, che avvenne dopo un successo ottenuto in casa del Genoa. In occasione del post partita Giampaolo mostrò di essere un po' in difficoltà, disse che il Milan era in campo con un uomo in meno, quando in realtà era il contrario. Perché era stato espulso Biraschi. Lo disse in una diretta tv a DAZN: "Erano loro in vantaggio di un uomo…". Poi venne corretto dai giornalisti che ricordarono il cartellino rossoblu. Probabilmente era confuso già sapeva che i dirigenti del Milan avevano deciso di esonerarlo, approfittarono della pausa per le nazionali per chiamare Pioli.

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