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I 10 anni di Roma-Sampdoria 1-2, la partita maledetta nell’anno del triplete Inter

Il 25 aprile 2010 allo Stadio Olimpico svanì il sogno scudetto della Roma. La squadra allenata, all’epoca, da Ranieri con una rimonta incredibile era riuscita a raggiungere e superare l’Inter. Ma quella sera perse in casa per 2-1 con la Sampdoria, che segnò due gol con Pazzini. Ma il migliore in campo fu il portiere Storari, che effettuò almeno sette parate decisive. Una partita maledetta e indimenticabile per i giallorossi.
A cura di Alessio Morra
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La storia del calcio è piena di partite maledette, che segnano, a volte anche in modo irrimediabile, la storia di una squadra e soprattutto di una stagione. Nell’elenco a pieno titolo c’è anche la partita tra Roma e Sampdoria, quella disputata allo Stadio Olimpico il 25 aprile del 2010. I giallorossi disputarono un match incredibile, dominarono, ma persero per 2-1 contro una pratica Sampdoria che con quei tre punti si avvicinò alla qualificazione per i preliminari di Champions e che con quel successo soprattutto interruppe la corsa verso lo scudetto dei giallorossi, scalzati dall’Inter, che poi conquistò il ‘triplete’.

1-0 gol di Totti

La Roma, partita malissimo in campionato, effettua una poderosa rimonta e a fine marzo supera l’Inter, il sogno dello scudetto è più che vivo nella Capitale. Il testa a testa finale è emozionante, il 25 aprile all’Olimpico si presenta la Sampdoria che vive anch’essa un sogno, il traguardo è la qualificazione in Champions. I giallorossi sorretti da un grandissimo pubblico attaccano sin dall’inizio e al 12’ hanno già calciato in porta quattro volte e al 14’ passano in vantaggio con Totti, servito magistralmente da Vucinic. La Roma vuole chiudere la partita e sfiora il raddoppio poco dopo, Vucinic trova ancora Totti, Storari inizia lo show, ma è anche aiutato dal palo. Il portiere blucerchiato dice di no a Menez.

Storari insuperabile, doppietta di Pazzini

Nella ripresa la Sampdoria trova subito il pari, invenzione di Cassano, Pazzini di testa insacca, è 1-1. In quel momento qualcosa si rompe, non solo perché il punteggio è cambiato. L’ansia sale, l’angoscia irrompe, non cambia la voglia di vincere per la Roma che Ranieri rende super offensiva mandando in campo anche Luca Toni che sfiora subito il gol del 2-1. Storari sale in cattedra, sembra indemoniato parando le conclusioni di Riise, Pizarro, De Rossi e ancora di Riise, che calcia da lontano e oltre a Storari trova pure la traversa, il pari non serve alla Roma che si sbilancia e in una partita maledetta addirittura finisce in svantaggio. Mannini trova un buco, avanza indisturbato mette in mezzo, Pazzini in spaccata segna ancora. Sogni scudetti svaniti in una di quelle partite che se rigiochi cento volte, forse la vinci novantanove volte. Mexes piange a fine partita, Storari è l’uomo della partita.

Sogno infranto

Ranieri con quei tre punti probabilmente lo scudetto lo avrebbe conquistato, lo avrebbe fatto nella sua città, con la sua squadra del cuore, sarebbe stata un’impresa, qualcosa d’indelebile. Quella grande annata è rimasta, come l’affetto dei suoi tifosi.Ranieri è diventato Sir Claudio vincendo il titolo con il Leicester, insomma si è rifatto. La Roma invece la chance di giocarsi il titolo fino all’ultima giornata realmente in questi dieci anni non l’ha avuta più.

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