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Honda ricorda quando ha spiegato la vita a Balotelli: “Noi giapponesi siamo persone pazienti…”

Keisuke Honda e Mario Balotelli hanno condiviso una stagione al Milan, il giapponese racconta i loro dialoghi tra caratteri opposti.
A cura di Paolo Fiorenza
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Lo yin e lo yang, Mario Balotelli e Keisuke Honda, due caratteri che più diversi non si possono immaginare: da un lato la calma e l'impassibilità orientale, dall'altro l'istinto e l'imprevedibilità del bresciano. I due si sono incrociati al Milan per una stagione, quella 2015/16, un'annata avara di risultati per il Diavolo allenato da Mihajlovic, poi rimpiazzato in corsa da Brocchi. I rossoneri furono settimi in campionato e finalisti in Coppa Italia battuti dalla Juventus, non qualificandosi alle coppe europee per il terzo anno di fila.

Honda poi sarebbe rimasto al Milan un altro anno, mentre Balotelli – che era in prestito dal Liverpool – sarebbe andato al Nizza, dove avrebbe ridato slancio alla sua carriera illudendo ancora una volta di poter diventare quel giocatore dominante che raramente si è visto. E chissà, forse in quella effimera rinascita di Super Mario potrebbero avere avuto un ruolo le chiacchierate avute a Milanello proprio con Honda, svelate adesso dal 35enne nipponico in una intervista al quotidiano spagnolo AS.

Honda con Balotelli al Milan
Honda con Balotelli al Milan

"Mario è un bravo ragazzo – spiega l'attuale Ct della CambogiaNon è la persona che la gente può pensare. Il problema è che può fare quello che vuole. Noi giapponesi siamo persone molto pazienti, lavoriamo sodo e non smettiamo di farlo. Stavo cercando di spiegarglielo per avere successo, perché aveva molto talento. Mi ascoltava, ma non riusciva a tenere il passo. Se ci fosse riuscito, avrebbe potuto raggiungere un livello più alto".

Mentre Balotelli oggi a 31 anni gioca in Turchia nell'Adana Demirspor, protagonista di una buona stagione macchiata dalla delusione del mancato ritorno in azzurro, il 35enne Honda non scende in campo dallo scorso novembre. Dal 1 gennaio è svincolato dopo la fine del contratto con i lituani del Suduva: "Ma non mi sono ancora ritirato – spiega ridacchiando il giapponese dagli innumerevoli interessi, imprenditore e allenatore – In questo momento sono in Cambogia, dove lavoro. Ho viaggiato molto e dopo aver terminato il contratto in Lituania sono un free agent e ora sono concentrato ad allenare la nazionale cambogiana. Ma sono ancora un calciatore. Non sono ancora andato in pensione…".

Honda torna sulla sua esperienza al Milan, un triennio dal 2014 al 2017: "Volevo giocare in Serie A. Quando ero giovane, il campionato italiano era il migliore. Molti grandi giocatori hanno giocato lì nel corso della loro carriera. Mi hanno permesso di realizzare il sogno di giocare per una squadra come il Milan. L'opportunità era incredibile. Purtroppo non siamo riusciti a vincere lo Scudetto perché era un momento difficile quando ero lì. C'erano problemi finanziari e non potevano ingaggiare i migliori giocatori. Forse è per questo che ho avuto l'opportunità di giocare lì, ma anche così la vedo in modo molto positivo. Inoltre quelle difficoltà mi hanno reso più forte. I tifosi milanisti si aspettavano molto da noi per via della loro storia. C'era sempre una grande pressione, anche da parte della stampa. Questo mi ha reso più forte e sono grato per tutto questo".

Keisuke non molla e si propone ancora come calciatore: "Mi alleno ogni giorno e mantengo la mia condizione. Sono pronto per giocare, ma in questo momento sono concentrato sulla Cambogia. Non so quando firmerò un contratto con un club. Non ho fretta. Posso ritirarmi in qualsiasi momento, i giocatori della mia età lo fanno, ma voglio continuare a giocare".

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