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Higuain in lacrime dopo l’ultima partita: a sorpresa annuncia il suo nuovo lavoro

Gonzalo Higuain ha giocato la sua ultima partita ufficiale con l’Inter Miami ed è crollato subito dopo il 90′ in mezzo al campo. Poi ha rivelato cosa farà: “Mi piacerebbe aiutare il mondo del calcio”
A cura di Alessio Pediglieri
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Sul campo poteva finire meglio l'ultima partita ufficiale di Gonzalo Higuain, ma poco importa. La sonora sconfitta di 3-0 rimediata nella gara di playoff nella MLS americana contro il New York City che di fatto elimina l'Inter Miami è diventata solamente sottofondo ad una notte in cui a essere celebrato è stato proprio il ‘Pipita', chiamato all'ultima apparizione. Sul campo, non nel mondo dello sport – e del calcio – dove in futuro si presenterà in una inedita veste con il chiaro intento di continuare a offrire il proprio contributo.

Le emozioni hanno avuto il sopravvento una volta arrivato il 90′, l'ultimo fischio per Gonzalo Higuain in carriera. Così, il Pipita si è ritrovato a metabolizzare in pochi secondi la conclusione definitiva di tutto quanto, ed è scoppiato in uno sconsolato e liberatorio pianto in mezzo al rettangolo verde. Un primo tentativo di reggere all'emotività del momento, con gli occhi lucidi rivolti agli spalti, poi il crollo: Higuain non è riuscito a uscire dal campo, si è prima fermato, poi si è accovacciato lasciandosi trasportare dalla marea di sentimenti e pensieri, in un vortice di commozione totale, durato diversi istanti.

"Ho percepito che ciò che avevo amato di più un semplice lavoro, era finito" dirà nel post gara rivivendo quei momenti di pura commozione. "Mi sono venute in mente le immagini di tutta la mia carriera. Dove ho vissuto, dove ho lavorato, quello che ho vissuto. E ne vado molto fiero e felice perché fino ad oggi ho dato tutto. Questa è la cosa più importante. Oggi il sogno è finito e inizia una nuova vita".

Una nuova vita in cui Gonzalo proverà a rientrare – anche non subito – nel mondo dello sport in una nuova veste, per poter migliorare un ambiente in cui negli ultimi anni ha faticato sempre più a rivedersi e confrontarsi. Quale? L'ha anticipato lui stesso nella conferenza post gara, in modo semplice e diretto: "Mi piacerebbe molto studiare e diventare mental coach. Stare bene mentalmente credo sia un aspetto molto importante in ogni lavoro. Poi ci puoi mettere talento, sacrificio, forza, ma se non stai bene con la testa difficilmente otterrai qualcosa. Mi piacerebbe molto studiare questa materia. Nel calcio è fondamentale e se ne parla ancora troppo poco. Sarebbe bello aiutare giovani e meno giovani a capire quanto è importante l’aspetto mentale. La testa è ciò che ti porta più vicino ai risultati"

Dopotutto la serata era di quelle da tenere nella bacheca dei ricordi più belli, con la posta in palio tra Inter Miami e NY City, e perché era l'ultima gara di Gonzalo Higuain. Ed è stata una serata di grandi emozioni a Miami con l'Inter che ha dovuto cedere il passo ai campioni in carica di New York che in campo si sono presi la scena con i gol di Pereira, Morales e dos Santos. Poi, tutti gli occhi si sono soffermati su Gonzalo Higuain, che ha giocato la sua ultima partita da professionista. Il Pipita aveva già annunciato da tempo di appendere gli scarpini al chiodo, dopo una gloriosa carriera che lo ha portato a vestire maglie prestigiosissime, dal River Plate al Real Madrid, dal Napoli a Juve, Milan, Chelsea e Inter Miami. Così, a soli 34 anni e in un momento esaltante nel campionato americano, l'attaccante argentino ha detto comunque basta.

Le emozioni hanno avuto il sopravvento una volta arrivato il 90′, l'ultimo fischio per Gonzalo Higuain in carriera. Così, il Pipita si è ritrovato a metabolizzare in pochi secondi la conclusione definitiva di tutto quanto, ed è scoppiato in uno sconsolato e liberatorio pianto in mezzo al rettangolo verde. Un primo tentativo di reggere all'emotività del momento, con gli occhi lucidi rivolti agli spalti, poi il crollo: Higuain non è riuscito a uscire dal campo, si è prima fermato, poi si è accovacciato lasciandosi trasportare dalla marea di sentimenti e pensieri, in un vortice di commozione totale, durata diversi istanti in cui si è riavvolto il nastro di una intera vita sportiva.

Vita sportiva che la stessa Lega americana ha voluto celebrare sul proprio profilo social, "tributo ad una leggenda" e alla sua incredibile carriera durata quasi vent'anni e oltre e trascorsa tra l'Europa e l'America, con uguale intensità, motivazioni, impegno e professionalità. Omaggio che puntualmente è arrivato anche da mister Phil Neville che nel commentare l'uscita ai playoff si è voluto soffermare sull'evento più importante della serata di Miami e sulla carriera a stelle e strisce di Higuain: "Gonzalo ha fatto esattamente quello che ci aspettavamo e penso che possa esserne enormemente orgoglioso. C'è un enorme periodo di adattamento per qualsiasi calciatore nel venire alla MLS, specialmente quando hai giocato tanto in Europa e in Champions League. Pensi che sarà facile e non lo è perché è il campionato più difficile del mondo a cui adattarsi. Le persone dimenticano che nella scorsa stagione è stato il nostro miglior marcatore, il nostro miglior assist maker: sono orgoglioso di averlo gestito, come club siamo orgogliosi di averlo avuto e se ne va in un buon momento. Gli auguriamo tutto il meglio e sarà sempre il benvenuto".

Ma il punto d'arrivo era stato stabilito da tempo. Lo stesso Higuain ripetutamente nei giorni precedenti a questa gara d'addio dal calcio giocato ne aveva ripetutamente sottolineato i contorni, le spiegazioni. Personali e professionali di un uomo e di un atleta che si è sentito prosciugato da un mondo dal quale ha forse ottenuto meno di quanto ritiene di aver dato. Tanto che, al momento, si prenderà una pausa, tra famiglia e affetti in cui il calcio, questo calcio, non ha più nulla a che fare. Per tornare più forte di prima.

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