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Hidetoshi Nakata, un marziano in Serie A: l’ikigai e il terzo scudetto della Roma

Un giapponese arriva in serie A, segna una doppietta all’esordio e fa innamorare tanti tifosi. Questo è stato Hidetoshi Nakata, che ha sempre giocato bene in tutti i suoi anni da calciatore, è stato determinante per lo scudetto della Roma nel 2001 nella partita di Torino contro la Juve e ha sempre giocato e parlato di calcio nel suo meraviglioso modo.
A cura di Jvan Sica
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"Oggi un marziano è sceso con la sua aeronave a Villa Borghese, nel prato del galoppatoio". Non si può che iniziare così, con “Il Marziano a Roma” di Ennio Flaiano per scrivere di Hidetoshi Nakata, di quello che era o sembrava essere, di quello che è stato dal momento del suo arrivo in Italia, di quello che noi pensavamo di lui la prima volta che lo abbiamo visto. Al netto di chi si era scomodato per il ritiro di precampionato o amichevoli pre-stagionali, la prima volta che Nakata appare di fronte a tutti noi è il 13 settembre 1998, nella prima partita di campionato fra la sua squadra, il Perugia, e la Juventus, campione d’Italia in carica. "Vivendo in Europa, sono rimasto sorpreso di quanto poco si sa del Giappone".

Il Perugia era il Perugia di Gaucci, quel donchisciottesco affresco di varia umanità che il presidente dalla voracità pallonara aveva messo su. Ogni giornata era un racconto di Landolfi quel Perugia. Potevi incappare in Milan Rapaić che voleva giocare la partita e sembrava Zidane, oppure dovevi affrontare Renato Olive e non te ne uscivi se non con la bava alla bocca, magari ti capitava di vedere dieci minuti dell’ecuadoriano Iván Kaviedes e pensavi che così doveva essere il centravanti del nuovo millennio, oppure guardare gli ultimi minuti in serie A di Sandro Tovalieri. Un consiglio: se non riuscite a dormire, invece di contare le pecore, snocciolate i nomi della rosa completa di quel Perugia. Sono 55 nomi (esatto, 55 calciatori in rosa per la stagione) che vi faranno fare un viaggio psichedelico vi assicuro meglio di alcune pagine di Huxley. "Come professionista, io devo esplorare ogni possibilità che mi si presenta per migliorare".

In questo meraviglioso affresco acido, degno di “We Are The Youth” di Keith Haring nell’estate del 1998 arriva Hidetoshi Nakata, il tocco in più che completa l’opera. Dicevamo della prima partita, quella contro la Juve stellare di Zidane, Del Piero, Inzaghi, Moggi, ecc. ecc. Il nostro fa una doppietta, calciando con una serenità nuova, mai vista su un campo di calcio italiano, figlia di una saldezza interiore che potrebbe venire dall’Ikigai, una concezione della vita per la quale per ogni minimo gesto o pensiero è bene trovare il giusto senso che ti porti verso la felicità nel compierlo e nel pensarlo. Hidetoshi Nakata ha creato felicità per sé e per gli altri con quei due gol splendidamente realizzati.

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Ma chi era Nakata come calciatore? Arriva in un calcio in cui il sacchismo ha creato uno standard. Le linee di difesa e centrocampo devono essere vere linee dritte di gioco, il quanto più vicine possibili e i due centrali di centrocampo devono pressare e lottare con i due omologhi opposti. Se hai soprattutto qualità e poca corsa ci sono due strade: o giochi seconda punta, oppure giochi sulla destra ma rischi poco per non disordinare la tua squadra.

Nakata è una mezzala di possesso davvero di alto livello, avrebbe serenamente potuto fare il backup di Iniesta nel Barcellona di Guardiola. Ma in quel momento stava un po’ dove faceva meno danni in fase di non possesso, mentre sia Castagner che Boskov in quella stagione, due allenatori che fortunatamente per Nakata avevano ancora in testa il numero 10, gli davano maggiore libertà in fase di possesso. E Nakata rispose, con 10 gol al primo anno e ottime prestazioni. Fece così bene che lo volle subito Capello alla Roma, spendendo 30 miliardi più Alenichev. A Roma c’era Totti che si prendeva tutta la fascia di mezza-punta ed era difficile coesistere partendo da titolare, ma Capello utilizzava il giapponese o per controllare il ritmo e il possesso o per cercare qualcosa di nuovo quando Totti non andava.

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La sera del 6 maggio 2001 Francesco Totti non andava e la Roma stava perdendo 2-0 la partita decisiva per lo scudetto a Torino contro la Juve. Capello ha l’idea e il coraggio di tirare fuori il capitano e inserire Hidetoshi. "Quando Capello mi sostituì con Nakata pensai che stava facendo una str… E invece….". Quello che accadde poi è già Storia. Si posiziona da numero 10 alle spalle di Montella e Batistuta. Pressa Tacchinardi, che era uno dei due mediani di corsa di cui dicevamo essere sempre presenti in tutte le squadre di fine ’90 (l’altro alla Juve era Davids) e su un suo errore di controllo, Nakata prende palla, fa tre passi e spara all’incrocio da 35 metri. Ancelotti capisce che il giapponese può creare molti problemi e fa entrare Conte per seguirlo da vicino.

Al 90’ apre veloce il gioco su Candela, cross del francese, respinto, riprende il pallone e gioca di nuovo in appoggio su Nakata, il quale invece di crossare nell’area dove c’erano corpi su corpi, coordina il proprio corpo senza aggiustarsi il pallone. Il tiro è sempre secco e preciso, van der Sar, anche un po’ disorientato dalla scelta non consona di Nakata respinge male, Montella in spaccata volante pareggia. Queste due azioni sono state più che fondamentali per il terzo scudetto della Roma. A fine partita tutti corrono verso Nakata e lo abbracciano. Lui ha la faccia di chi è uscito di casa per buttare la spazzatura.

Dopo questa partita c’è tanto altro, con i club quali Parma, Bologna, Fiorentina, Bolton e con la Nazionale, ma tutto continua anche dopo il suo ritiro, perché Nakata è amato da tutti i suoi colleghi e per eventi da loro organizzati o semplice turismo nel solo 2008 ha visitato 41 paesi del mondo, segno anche di una curiosità intelligente fuori dal comune. Le parole più belle su di lui sono di Maradona, che dopo averlo visto giocare dice: "Se tutti i giapponesi cominciassero a giocare come lui, saremmo perduti. Sa cosa vuol dire tirare la palla, dribblare… Meno male che per il momento i giapponesi si occupano d'altro".

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