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Hazard ha spiegato cosa c’è dietro al fallimento al Real: “Chiedevo di non passarmi la palla”

Dopo aver brillato con il Chelsea, Hazard è crollato al Real Madrid dove si è presentato in sovrappeso e svogliato: “Non prestavo attenzione ai cibi sani, arrivavo in allenamento senza voglia”
A cura di Ada Cotugno
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Eden Hazard ha fatto molto discutere negli ultimi anni della sua carriera: a soli 32 anni ha deciso di appendere le scarpette al chiodo, chiudendo una carriera da predestinato dopo tre mesi da svincolato. Il belga è uno dei tanti rimpianti della storia recente del calcio, con un immenso talento che non ha saputo sfruttare appieno. A segnarlo in particolare è stata l'esperienza al Real Madrid dove era criticato per la scarsa voglia di giocare e la forma fisica che non si addice a un giocatore.

A oltre tre mesi dal ritiro Hazard ha parlato a L'Equipe di ciò che ha vissuto in quegli anni, a partire proprio dalla sua alimentazione che è stata più volte tema di discussione: "Non prestavo molta attenzione ai cibi sani, ma non andavo al McDonald’s tutti i giorni. Mi piace mangiare". Il belga è arrivato al Real Madrid dopo aver brillato con il Chelsea: in quegli anni era uno dei talenti migliori di tutta l'Europa, destinato a vincere grandi cose e ad affermarsi tra i migliori al mondo.

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Ma appena ha firmato per i Blancos si è presentato con cinque chili di troppo: "Con il Chelsea avevo appena terminato una delle migliori stagioni della mia carriera. Penso tra me e me: “Ora sono al Real, questa potrebbe essere l’ultima vacanza che potrò fare…” e mi sono lasciato andare come mi lascio andare ogni estate. Sono stato sette anni in Inghilterra, senza una pausa a Natale".

Nella sua avventura a Madrid hanno creato grandi polemiche anche i suoi atteggiamenti che a volte sembravano svogliati e che lo hanno portato presto ai margini della squadra, segnando la sua decadenza. E Hazard su questo non si nasconde: "È vero che certe mattine sono arrivato senza dormire bene, senza voglia, senza voglia, e quando è così lo dimostro. Dicevo di non darmi la palla perché non mi sarei mosso. E non mi muovo per un'ora. Un'ora di tattica? "Posso andare con il fisioterapista?"‘.

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