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Harry Maguire è ancora sotto shock: “Ho avuto paura di morire”

Il difensore del Manchester United e della nazionale inglese, coinvolto in una rissa in Grecia e successivamente condannato anche per resistenza all’arresto e tentata corruzione, ha parlato di ciò che è successo a Mykonos: “Ho pensato a un rapimento, non che fossero poliziotti. Mi hanno colpito alle gambe dicendomi che non avrei mai più a calcio. Sono andato nel panico ed ho avuto paura per la mia vita, provando a scappare”.
A cura di Alberto Pucci
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Dopo la rissa, l'arresto e la sentenza del tribunale, che lo ha condannato ad una pena (sospesa) di 21 mesi e 10 giorni, per Harry Maguire è arrivato il momento di raccontare cosa è successo durante la sua vacanza in Grecia sull'isola di Mykonos. Il difensore del Manchester United, che a causa di questa disavventura non è stato convocato in nazionale e rischia di perdere anche la fascia di capitano dei ‘Red Devils', ha infatti vuotato il sacco in un'intervista concessa alla BBC.

"La mia sorellina è stata aggredita in un bar e drogata da due persone che le hanno chiesto da dove venisse e chi fosse – ha spiegato il giocatore – Aveva gli occhi all'indietro e stava perdendo conoscenza. Volevo portarla in ospedale ma ci hanno fermato, iniziandoci a picchiare. Per prima cosa ho pensato a un rapimento, non che fossero poliziotti. Mi hanno colpito alle gambe dicendomi che non avrei mai più a calcio. Sono andato nel panico ed ho avuto paura per la mia vita, provando a scappare".

La rabbia di Maguire

Nell'emozionato racconto alla BBC, l'ex calciatore del Leicester ha dunque reso pubblica la sua versione dei fatti: "Non sento di dovermi scusare con nessuno, le scuse si fanno quando hai fatto qualcosa di sbagliato. Non lo auguro a nessuno. Ovviamente la situazione ha reso le cose difficili per uno dei club più grandi del mondo, quindi mi dispiace aver messo in mezzo i tifosi e la società, ma non ho fatto nulla di sbagliato – ha concluso Harry Maguire – È stato orribile, non potevo crederci. La mia coscienza è pulita. Quando ne parlo mi agito, ma è perché mi sento ancora arrabbiato. Andrò avanti, perché sono mentalmente abbastanza forte".

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