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Hamraoui non dimentica i giorni dell’odio e della paura: “Il PSG ha cercato di distruggermi”

La calciatrice è ripartita dal Messico dopo l’ultimo periodo terribile in Francia. Dopo due stagioni burrascose coi parigini, segnate dal brutale attacco subito nel 2021, ha voglia di voltare pagina: “Mi hanno abbandonata, ho vissuto momenti traumatici”.
A cura di Maurizio De Santis
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Kheira Hamraoui è ripartita dal club messicano America dopo l'esperienza a Parigi.
Kheira Hamraoui è ripartita dal club messicano America dopo l'esperienza a Parigi.

Kheira Hamraoui adesso ha solo voglia di voltare pagine e dimenticare tutto in fretta. Certe cose, però, ti restano dentro e lasciano segni profondi anche se ‘elabori il lutto' che è in te. Impari a conviverci e a gestirle, le metti da parte in qualche angolo remoto dell'anima. E se non ci fai veramente i conti te le ritrovi davanti all'improvviso.

La calciatrice francese, oggi 33enne, ha fatto già buona parte del percorso e il trasferimento in Messico, tra le fila dell'America, pure fa parte della vita che non ce l'ha fatta a cambiarla nonostante tutto quanto subito. Adesso è nella massima divisione di calcio femminile dall'altra parte del mondo in quello che, a qualche giorno di distanza dalla presentazione ufficiale, ha definito "un ambiente finalmente sano".

Nell'intervista alla AFP dice tutto, vuota il sacco e con esso tira fuori le sensazioni più brutte che ha provato a lungo per quell'aggressione ordita perché volevano rovinarle la carriera spezzandole le gambe. Due uomini incappucciati brandivano spranghe di ferro e le saltarono addosso infliggendole colpi di una violenza inaudita.

Un atto brutale di follia criminale dietro il quale ci sarebbe stato uno squallido tentativo di farla fuori per una ‘banale' concorrenza all'interno dello spogliatoio. Un ex compagna di squadra (arrestata, rilasciata sulla parola e poi di nuovo sospettata) avrebbe addirittura cercato su Google nelle ore precedenti all'agguato informazioni su "cocktail di droghe pericolose" e come "rompere una rotula".

Una vicenda dai contorni torbidi, sfumati, inquietanti che s'è intrecciata perfino con il brusio e il chiacchiericcio del gossip su una relazione extra-coniugale con l'ex calciatore, Eric Abidal. Una conoscenza che sarebbe divenuta qualcosa in più fino a tramutarsi in relazione ai tempi del Barcellona, quando la giocatrice indossava la maglia dei blaugrana: i sospetti divennero fortissimi e poi conferma quando fu ritrovata una scheda telefonica utilizzata dalla donna e intestata all'ex difensore. Nel gran calderone della vicenda finì anche questo quando si profilò l'ipotesi che la vera causa delle percosse fosse passionale, ben oltre la vendetta sportiva.

Hamraoui è uscita da quel vortice di emozioni, pressione mediatica e dita puntate contro chiudendo la propria esperienza in Francia e in Europa. Può, deve ricominciare. Ha bisogno di riattaccare quel pezzo di pellicola che s'è interrotta bruscamente a Parigi: la sua vita prima ancora che la sua carriera.

"Dovremmo chiedere ai dirigenti del PSG qual è stato il loro atteggiamento nei miei confronti – è lo sfogo della calciatrice -. Ho vissuto momenti traumatici in Francia perché dopo l'aggressione di cui sono stato vittima, il mio club, i social network e la stampa francese non mi hanno dato tregua. Hanno provato a distruggermi".

La giocatrice attacca la sua ex società che con il suo operato le avrebbe causato "danni psicologici. Alcuni delle mie ex compagne di squadra e dipendenti del club sanno fino a che punto sono stato maltrattato. Questo non mi ha impedito di lottare per tornare in campo e riconquistare il mio posto da titolare. Forse il PSG non sapeva o non voleva gestire tutta questa attenzione mediatica per ragioni estranee allo sport. Ha preso la strada più facile cercando di mandarmi via prima che scadesse il mio contratto".

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