Guglielmo Vicario a Fanpage.it: “Handanovic da sempre il mio idolo, è un totem del calcio”
Non è una sorpresa Guglielmo Vicario, ma una solida realtà. Il portiere classe 1996 nato a Udine è stato uno dei migliori dell'annata calcistica italiana e per lui si stanno muovendo tante big perché la stoffa c'è, e si vede. Il numero uno dell'Empoli è stato tra i protagonisti della salvezza del club toscano con le sue parate e con il passare delle gare ha acquisito sempre più consapevolezza nei suoi mezzi. Una crescita costante, che gli ha permesso di prendersi titoli e complimenti da tutti.
Il ragazzo cresciuto nelle giovanili dell'Udinese ha mostrato una grande capacità di coprire la porta sia sui tiri da lontano che nell'uno contro uno, una reattività straordinaria tra i pali e un'ottima intuizione sui calci di rigore. Vicario è stato chiamato in causa anche più spesso nel gioco con i piedi e grazie alle direttive di Andreazzoli ha aiutato la sua squadra ad uscire da situazioni complicate.
L'estremo difensore dei toscani non si è distinto solo in campo: dopo lo scoppio della guerra ha deciso di ospitare, assieme ai suoi genitori, due profughi ucraini e poche settimane dopo ha portato con sé in campo alla Dacia Arena di Udine nei minuti prima del fischio di inizio della partita il piccolo Milan.
A Fanpage.it Guglielmo Vicario ha parlato della sua annata all'Empoli prima del ritorno al Cagliari e di come questa esperienza sia stata fondamentale per la sua crescita in vista del futuro.
È stato uno dei protagonisti della salvezza dell’Empoli: cosa sente di aver acquisito in questa esperienza?
"Per me è stata un’esperienza determinate come percorso di crescita. Ho avuto la fortuna di poter lavorare in un’ambiente che mi ha dato tanto sotto diversi aspetti ma la cosa che mi porto più dentro con maggiore orgoglio è aver avuto la possibilità di lavorare con un gruppo fantastico in cui ci sono tutti gli ingredienti per fare bene".
C’è una parata effettuata quest’anno che più di altre ricorda con piacere o particolare soddisfazione?
"Sicuramente quella contro la Juventus alla seconda giornata, che unita al risultato finale rimarrà nella storia di questo club; e citerei anche quelle contro la Salernitan che ci hanno permesso di raggiungere un risultato importante".
Qual è stato l’attaccante che le ha creato più problemi?
"Ne abbiamo incontrati tanti e molto forti, da Lautaro a Dybala fino a Giroud, quindi l’elenco sarebbe lungo. Ma è un piacere affrontare i grandi campioni".
Sei il portiere con più parate effettuate in questo campionato di Serie A (137) e il più giovane titolare con Audero. Ci pensi alla Nazionale?
"Il mio obiettivo è cercare di migliorarmi giorno dopo giorno e battere me stesso, poi quello che verrà me lo dovrò meritare sul campo".
I tuoi inizi all'Udinese con Meret, Scuffet e Perisan: che cos’ha di speciale il Friuli per i portieri?
"Non lo so, ma quella è stata una nidiata bella e soddisfacente. Ogni fine stagione ci rivediamo ed è un motivo di orgoglio essere cresciuti insieme e vedere che ognuno di noi ha intrapreso il suo percorso, trovando ispirazione e giovamento".
A chi si ispira Vicario?
"Da sempre a Samir Handanovic, che rimane un totem di questo sport e di questo ruolo. Ho avuto la fortuna di vederlo crescere a Udine oltre che il privilegio di giocarci contro e custodisco gelosamente la sua maglietta".
Chi sono i tre portieri più forti del mondo in questo momento?
"Ad oggi direi che il più forte sia Courtois per quello che riesce a fare costantemente tutte le domeniche, se poi ne devo citare altri due dico Oblak e Alisson".