Guarin ha avuto il “diploma di riabilitazione” dall’alcolismo: “Primo giorno del resto della mia vita”
Fredy Guarin ce l'ha fatta, a 38 anni è riuscito finalmente a disintossicarsi dalla sua dipendenza dall'alcool, dopo aver accettato di vivere per un periodo di tempo in una comunità di recupero. L'ex centrocampista dell'Inter, che lo scorso maggio aveva confessato i suoi demoni che lo avevano portato a perdere tutto ("mia moglie, la casa, la famiglia"), ha postato sul proprio profilo Instagram una foto con una didascalia eloquente: "Oggi è il primo giorno del resto della mia vita. Diploma di riabilitazione. Ogni giorno è un'opportunità per continuare a imparare a vivere in pace e tranquillità, grazie a tutti per questo giorno speciale", ha scritto il colombiano a corredo del bellissimo scatto che lo ritrae assieme ai suoi genitori, taggando le persone che gli hanno dato una mano a ‘ripulirsi'.
Guarin e l'abisso dell'alcolismo: dall'arresto a casa dei genitori al tentativo di suicidio
I problemi extra campo di Guarin erano esplosi in tutta la loro evidenza dopo il suo ritiro dal calcio giocato, avvenuto il 26 marzo 2021 con la maglia dei suoi amati Millonarios di Bogotà. Il calciatore era stato arrestato – con sangue sul corpo e sui vestiti, conseguenza di una furiosa lite col padre – a casa dei suoi genitori, dopo aver opposto resistenza alla polizia e ferito anche un agente (qui sotto il video).
Quell'episodio non solo portò alla luce i problemi di alcolismo di Fredy, ma fu anche il primo capitolo di un Guarin che nessuno conosceva, quello in preda alle dipendenze che ne avevano distrutto la vita. Lo stesso giocatore denunciò successivamente i propri problemi in maniera sempre più drammatica, raccontando tra le altre cose l'allontanamento dai suoi tre figli ma anche dagli ex compagni.
Problemi che recentemente si è appreso non essere relativi solo all'ultimo periodo, ma risalire a parecchio tempo fa, quando Guarin era – o sembrava essere – al top all'Inter, dove ha militato tra il 2012 e il 2016: "Mi ubriacavo due giorni prima della partita e poi arrivavo alla gara, giocavo e vincevamo, segnavo uno o due gol… Bevevo a casa, in discoteca, al ristorante", ha confessato il colombiano il mese scorso in un'intervista in cui è crollato svelando anche il tentativo di suicidio durante la pandemia di Covid: "Sono arrivato al punto in cui non mi importava di niente e potevo farmi del male, senza pensare ai miei figli, alla mia famiglia, ai miei genitori, senza pensare a nessuno. Abitavo al 17esimo piano e in quel momento mi sono staccato dalla vita, da tutto, e la mia reazione è stata quella di lasciarmi andare, ma lì c'era una rete sul balcone e saltando sono tornato indietro".
La riabilitazione del colombiano in una comunità di recupero: Fredy è rinato
Nello stesso programma televisivo, Guarin si era aperto sull'inizio del suo processo di recupero: tutto è nato dopo l'incontro con un'insegnante che lo conosceva da quando era bambino e che attualmente gestisce una fondazione con una clinica di riabilitazione dalle dipendenze. Grazie a lei, Liliana Rodriguez, ‘El Guaro de la gente' ha cominciato a tornare a rivedere la luce, con l'aiuto della fede e la convinzione di vivere di nuovo sobriamente: "È uno scopo che Dio mette in noi e so che servirà a raggiungere tanti angoli del mondo, toccare tanti cuori e salvare vite umane".
Adesso arriva il messaggio che allarga il cuore di tutti quelli che vogliono bene a Fredy, che appare felice come non lo si vedeva da tempo, assieme ai suoi genitori. Un traguardo che vale non meno della fascia di capitano della Colombia, che Guarin ha indossato in carriera. La ‘Fundacion Caminando Hacia La Luz' è un ente senza scopo di lucro che offre servizi alla popolazione ad alto rischio di uso di sostanze e altre dipendenze. Il processo nella comunità terapeutica dura circa 6 mesi e si articola in 5 fasi: adattamento, consapevolezza, approfondimento, proiezione e leadership. La presenza di ogni paziente è volontaria e ricerca un nuovo progetto di vita, con piani per prevenire le ricadute.
Il sorriso di Guarin promette bene, un ulteriore buon segnale è il fatto che il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti, attraverso il suo ufficio per le Americhe, ha invitato il colombiano a far parte della sua strategia per la salute mentale e lo avrà come ambasciatore per combattere queste malattie nell'ambiente sportivo.