Guardiola smentisce Cassano, c’è qualcosa che non può insegnare ad Haaland: “Non devi dirgli niente”
Ci ha messo pochissimo Erling Haaland ad ambientarsi anche al Manchester City. A chi pensava che avrebbe avuto difficoltà a trovare spazio e brillare nella formazione inglese, come Antonio Cassano, il norvegese ha risposto nell'unico modo che conosce, facendo gol. 19 quelli segnati in 12 partite, a confermare ancora una volta la sua unicità. Lo stesso Pep Guardiola, uno che di fenomeni in campo ne ha visti tanti, è rimasto sorpreso dal rendimento dell'ex Dortmund come evidenziato dalle sue plateali reazioni in campo di fronte ai gol della sua stella.
Certo Leo Messi è un'altra cosa e ogni paragone è fuori luogo, per il manager catalano che oggi in conferenza stampa ha voluto chiarire subito: "Non lo capisco, la gente paragona Haaland a Leo, nessuno può essere paragonato a Leo Messi. Quanti nuovi Messi sono o sono stati nel calcio? Dieci? Quindici? Hanno fallito tutti". Detto questo però, non si può riconoscere l'unicità del norvegese che ha già conquistato tutto l'ambiente del Manchester City.
Lo stesso Pep parlando proprio di Haaland ha sottolineato come sia difficile per lui, insegnargli qualcosa che questo giocatore sembra avere nel sangue. Un concetto che il manager ha spiegato così, la capacità di Erling di trovarsi sempre al posto giusto nel momento giusto: "Quando è arrivato non abbiamo mai parlato di quanti gol. Lui è sempre lì, e perché sembra che la palla vada da sempre da lui? È un incredibile istinto. Come posso io insegnargli se stare qui o lì in campo?".
Entrando nello specifico poi, Guardiola sembra proprio rispondere a Cassano che pochi giorni fa alla Bobo TV aveva dichiarato: "Haaland? Non noto in lui qualcosa di speciale. Aimar, avrà vinto poco ma tra lui Haaland e Ronaldo, lo vado a prendere a casa. Reputo speciali quelli che parlano con la palla, come Bergkamp". Per il tecnico catalano, il norvegese ha talento da vendere e non c'è bisogno di dirgli nulla: "Ha un incredibile senso dell'attacco e sa dove la palla finirà. Basta un secondo prima e la palla non ci sarà, in questo ha un talento eccezionale. Il suo istinto è naturale, lo ha fatto in Norvegia, Austria, Germania. Non devi dire niente. Si muove come se annusasse il gol".
E per questo Guardiola ha voluto proprio ringraziare il centravanti per aver scelto il Manchester City: "Sono grato a lui per averci scelto, quando tutti i club del pianeta lo volevano. E ringrazio anche la proprietà e tutte le persone coinvolte per portarlo qui perché siamo fortunati ad averlo qui"