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Guardiola non teme l’indagine sul City e avverte: “Ora la Premier ha creato un precedente”

Pep Guardiola non teme l’indagine relativa al Manchester City e assicura sulla totale innocenza del club. Ma allo stesso tempo avverte la Premier sulla pericolosità di questa mossa che ha inevitabilmente creato un precedente.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Un fulmine a ciel sereno ha scosso l'equilibrio del Manchester City. Pochi giorni fa infatti il club inglese è stato ufficialmente deferito da parte della Premier League a una commissione indipendente per presunte violazioni e illeciti sulle regole del fair play finanziario in ben 9 stagioni: dal 2009/2010 al 2017/2018. Una situazione che ha fatto temere il peggio al club: "In conformità con la regola W.82.1 della Premier League, la Premier League conferma di aver deferito oggi – si legge nella nota – una serie di presunte violazioni delle regole della Premier League da parte del Manchester City Football Club (Club) a una commissione ai sensi della regola W.3.4 della Premier League".

Non è la prima volta che il club dello sceicco Mansur bin Zayd Al Nahyan, a capo della City Football Group Ltd, finisce sotto accusa da parte delle autorità calcistiche inglesi. Già nel 2020 infatti il club era stato bandito dalla Champions League e multato di 30 milioni di euro dopo essere stato scoperto di aver ingannato l'UEFA e infranto le regole del fair play finanziario. Una situazione che potrebbe precipitare col rischio anche di una possibile retrocessione della squadra come sanzione. Insomma, di certo una situazione non tranquilla che però non scalfisce l'umore di Pep Guardiola che nella conferenza stampa odierna ha affrontato l'argomento. "Sembra che ci abbiano già condannati".

Al Manchester City è stato contestato il mancato rispetto dell’obbligo di fornire i dettagli dei contratti di allenatore e giocatori e la mancanza di accurate informazioni sulle entrate finanziarie. Ma Guardiola ha voluto fermare sul nascere tutte le possibili illazioni che in questo momento si stanno facendo sul futuro della squadra: "Siamo fortunati a vivere in un paese in cui tutti sono innocenti fino a prova contraria – ha spiegato – A noi non sta andando così perché sembra che ci abbiano già condannati". Il tecnico ha spiegato alla perfezione la situazione difendendo a spada tratta la sua società: "Tutti i grandi momenti vissuti dalla squadra non ce li possono togliere – ha aggiunto ancora – Ma non so cosa succederà. Abbiamo buoni avvocati e difenderemo la nostra posizione, così come abbiamo fatto in passato davanti all'Uefa". 

Il riferimento è proprio all'indagine del 2020 in cui Guardiola si fece spiegare per filo e per segno dai vertici del City come il club fosse completamente innocente: "Sono pienamente convinto che ne usciremo innocenti – ha chiarito l'allenatore – Da quando Abu Dhabi ha rilevato il club, sin dal suo primo giorno è così". Sul rischio retrocessione a tavolino invece, Guardiola non ha nessun dubbio e gonfia il petto: "Siamo già stati nelle divisioni inferiori e torneremo lì se ci manderanno, questo non è un problema. Siamo soli contro 19 squadre, ci sono 19 club che non ci aiuteranno". E poi il tecnico rassicura tutti sul suo futuro: "Non mi muovo da questo posto, lo posso assicurare – ha concluso – Voglio restare più che mai". Ma prima di chiudere fa un avvertimento: "Attenzione, perché hanno creato un precedente e in futuro ci saranno altri club che saranno accusati come noi. A quel punto cosa accadrà?".

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