Guardiola ha reso il Manchester City una macchina da gol, ma senza attaccanti
Oltremanica è stata già ribattezzata come la "Pep Roulette". Il riferimento è alla capacità del manager catalano Guardiola di mescolare le carte a propria disposizione, con turnazioni imprevedibili di interpreti e ruoli. Nel suo Manchester City delle meraviglie, eccezion fatta per l'estremo difensore Ederson, tutti devono saper far tutto, e l'ultima conferma è arrivata in occasione del match valido per il ritorno degli ottavi di finale di Champions League contro il Borussia Monchengladbach. Il Manchester City si è rivelato ancora una volta, una macchina da gol e da gioco, senza attaccanti.
Quando si gioca contro il Manchester City è davvero difficile prevedere l'undici che metterà in campo Pep Guardiola. Il mister ex Barcellona, in questa stagione ha ulteriormente alzato l'asticella con rotazioni costanti tra i suoi interpreti. Moduli diversi, e grande ecletticità sia tattica che nelle individualità. Guardiola ha lavorato in maniera eccezionale sulla qualità già molto importante dei suoi giocatori, in maniera tale da ridurre ancora i punti di riferimento da "offrire" ai suoi avversari.
Qualità e duttilità dunque per Pep in linea con i dettami del maestro Cruyff. Un esempio? La partita contro il Borussia Monchengladbach. Il manager ha sorpreso tutti, in primis l'allenatore avversario Rose, promesso sposo del Borussia Dortmund, lasciando in panchina tutti i suoi attaccanti di ruolo, ovvero Gabriel Jesus e Aguero (reduce dal ritorno al gol dopo un digiuno lunghissimo) e Sterling. Il suo Manchester City è sceso in campo con il 4-2-3-1 con Bernardo Silva terminale offensivo, falso nueve. Alle sue spalle, capaci di interscambiarsi, facendo letteralmente ammattire la formazione tedesca, Foden, Mahrez e soprattutto De Bruyne e Gundogan.
Sono loro l’emblema del “moderno calcio totale” per dirla alla Darren Fletcher ex calciatore e commentatore di BT Sports, e non solo per gli splendidi gol realizzati dopo poco meno di 20′ di gioco per chiudere il discorso qualificazione ai quarti. Impressionante come nel corso del match i due centrocampisti, e Bernardo Silva, si sono scambiati di ruolo, andando a rotazione a guidare l'attacco. Un City camaleontico dunque non solo a livello di interpreti, ma anche dal punto di vista tattico, con il passaggio al 4-4-2, con Cancelo abile all'occorrenza ad alzarsi o abbassarsi. In fase di possesso palla, il Manchester City "fluido" di Guardiola si è spesso trasformato poi in un 3-2-5. Una situazione che rende l'idea del come una squadra può restare offensivamente pericolosissima e valida, anche senza veri e propri bomber di ruolo in campo.
Correre tutti per correre meno, sembra essere questo il mantra dei giocatori del Manchester City, molto attenti anche in fase di recupero palla. Ancora una volta sono stati Gundogan e De Bruyne ad essere ancora fondamentali, garantendo uno schermo davanti alla difesa quando il pallone era tra i piedi degli avversari. Le parole del belga nel post-partita confermano quanto per i Citizens conti anche l'atteggiamento difensivo, per un equilibrio fondamentale per evitare scompensi in campo tra le due fasi: "È importante quando sei stabile difensivamente e come squadra. Dà fiducia a tutti ed è bello per Ederson e i difensori. Penso che i ragazzi in mediana e in avanti debbano sempre essere attenti per aiutarli ed è più facile quando concediamo poco".