Greta Beccaglia attaccata per un suo vecchio post: “Sono allibita, questa è ignoranza”
Si chiama ‘vittimizzazione secondaria': succede quando la vittima di un crimine – o di una molestia sessuale, come nel caso di Greta Beccaglia, la giovane giornalista palpeggiata due sabati fa all'esterno dello stadio di Empoli – si ritrova ad essere nuovamente vittima, una seconda volta, quando viene messa sotto accusa da parte di media o opinione pubblica. La 27enne inviata di Toscana TV ha scelto di denunciare il suo molestatore, il 45enne ristoratore marchigiano Andrea Serrani, sul quale adesso pende l'imputazione di violenza sessuale dopo la pacca rifilatale sul sedere, e non vuole saperne di perdonarlo né ritirare la denuncia: "Non voglio nemmeno nominarlo. Ho già fatto il mio dovere denunciandolo, ho saputo che si è scusato ma non mi interessa. Il suo è stato un gesto grave".
Intorno a Serrani – che continua a ripetere di "non essere un mostro" ed ha deciso di sparire dalla circolazione, rifugiandosi in un luogo segreto e lasciando alla compagna la gestione del suo ristorante – si sta stringendo la solidarietà della comunità di Chiaravalle, comune marchigiano vicino Ancona dove l'uomo vive. Per questo scopo lunedì è stata organizzata una maxitavolata per sole donne al Ranocchiaro, il ristorante di Serrani.
La solidarietà espressa a Serrani va di pari passo con gli assurdi insulti per la Beccaglia, cui vengono rivolti i peggiori epiteti: "Ho vomitato tutto il giorno, non ho dormito – dice ad Open – Tutto è sulle mie spalle. Mi dicono che sono una “tr*ia, putt*na, che ho distrutto la vita di un uomo, che me lo sono cercata. Tutte cose che fanno male. Cosa ho sbagliato? Io ho solo denunciato quello che è accaduto, ho raccontato quello che è successo in quei minuti, tutto. Di sicuro non ritirerò la denuncia. Deciderà la magistratura quanto è stato grave l’episodio".
C'è chi scava nel passato della Beccaglia ed esibisce – per screditarla – un suo post su Instagram del 2019, in cui la giovane aveva pubblicato la foto di un uomo che palpeggia una donna di fronte ad un quadro, col suo commento "arte & amore". Ovviamente il nesso tra le due situazioni è inesistente, come spiega con rabbia la giornalista: "Come si può paragonare un uomo che tocca la sua donna, dunque con il suo consenso, insomma una coppia di innamorati, a una giornalista che viene toccata da uno sconosciuto, ovviamente senza consenso, in diretta TV? Io sono allibita, questa è ignoranza e a me fa paura. Sarebbe come paragonare lo stupro a due innamorati che vanno a letto".
La Beccaglia vorrebbe al più presto voltare pagina ed infatti già è tornata al suo posto di inviata per il turno infrasettimanale di Serie A, all'esterno dello stadio Franchi per Fiorentina-Sampdoria: "Non voglio essere ricordata come la giornalista molestata, voglio imparare sempre di più e proseguire nel mio sogno", dice con fiducia nel futuro. L'altro giorno intanto ha ricevuto il pallone rosso, simbolo di violenza contro le donne, a margine del match di Serie B tra Perugia e Vicenza.