Graziano Cesari a Fanpage.it: “Per gli arbitri il VAR è un nemico. Milan-Roma? Qualcosa è successo”
Arbitri e VAR continuano a tenere banco in queste prime giornate di Serie A. A pochi giorni dai controversi episodi arbitrali in Milan-Roma, che hanno messo in croce l'arbitro Giacomelli e generato diverse polemiche per il mancato utilizzo del VAR, Fanpage.it ha contattato Graziano Cesari: ex arbitro e oggi volto noto dei programmi sportivi di Mediaset, sempre con occhio attento a moviola e dinamiche del mondo arbitrale.
"Con la designazione di Giacomelli, penso che Rizzoli abbia voluto blindare la partita – ha spiegato Cesari –. Milan-Roma era l'ultima gara della quinta giornata e aveva tutti gli occhi addosso. Il designatore ha mandato un arbitro sicuramente molto esperto, perché Giacomelli arbitra da più di otto anni e continua ad arbitrare in Serie A grazie ad una deroga. Rizzoli gli ha dato quindi grande fiducia, in cabina di regia ha però mandato un ‘moviolista' come me, perché Nasca è questo che fa di mestiere".
Cesari spiega nel dettaglio: "Nasca è stato dismesso dagli arbitri ed è da tre anni che fa questo. Non posso dire nulla a Rizzoli per le designazioni, però non so cos'è successo ai due durante la partita, perché qualcosa dev'essere successo. Probabilmente l'errore di Nasca è stato quello di non voler assolutamente chiamare l'arbitro, perché ha curriculum totalmente superiore al suo e quindi si sarebbe trovato in grave difficoltà. Lui ha fatto pochissime partite in Serie A, una decina, mentre ne ha fatte 200 in B. Questo significa che evidentemente c'è qualcosa che non riesce a sopportare… il colore delle maglie, la tensione di un grande stadio, non so. Ed evidentemente non riesce a sopportarle neanche davanti ad un monitor. Rizzoli è una persona a modo e per bene, e capisco che si sia arrabbiato e abbia parlato di sospensione. Se Giacomelli e Nasca avessero trovato un designatore più fumantino, sarebbero stati sospesi tutti e due fino a dicembre".
Che senso ha usare il VAR in questo modo?
"Non ha nessun senso e penso che venga considerato dagli arbitri come un nemico e non un aiuto. Io ho sempre visto il VAR come un salvagente al quale aggrapparsi quando hai l'acqua alla gola. Invece loro lo vedono come qualcosa che va ad intaccare la sacralità del loro ruolo, ma non è così. E poi la dicitura ‘chiaro ed evidente errore‘ che senso ha? È ovvio che è un evidente errore quando l'arbitro non vede. Quella dicitura non ha senso e non capisco perché non vanno al VAR a rivedere l'azione, basterebbero pochi secondi".
Cosa ne pensa della possibilità per gli allenatori di chiamare il VAR?
"Non capisco perché non possano farlo. Se n’è parlato, ma poi si è dimenticato il problema. Un allenatore ha tutto il diritto di rivedere una situazione di gioco dubbia. Dovrebbe poter chiedere all’arbitro di andare a rivedere, e nel caso scusarsi se si sbaglia. Il VAR va utilizzato in modo intelligente. Dovrebbe essere l’arbitro a chiamare la sala VAR per chiedere ‘Non ho visto molto bene, cosa è successo?‘. Bisognerebbe avere il coraggio di ammettere ‘Non ho visto bene, perché ero posizionato male‘. Capisco che ci sono delle fratture, perché c’è chi lo vuole, chi non lo vuole, chi lo vuole in un certo modo, ma per l’arbitro al giorno d’oggi è assolutamente necessario, perché la velocità dell’azione e del pallone ti mette sempre in difficoltà".
In Germania gli arbitri parleranno ai tifosi via Twitter. Perché non possono farlo in Italia?
"Su questo argomento sfondi una porta aperta. A me sarebbe piaciuto parlare sempre, anche quando commettevo degli errori, perché è un diritto poter sbagliare. È un dovere prepararsi bene all’evento, ma un diritto poter sbagliare. Non capisco a questo proposito la figura di Rocchi, che è stato incaricato di fare da trait d’union tra l’associazione e gli arbitri. Nessuno meglio di lui potrebbe spiegare alla stampa, agli allenatori e ai tifosi cosa è successo durante la partita. Basterebbe una piccola conferenza stampa, dove si spiegano i casi più eclatanti. Ha una dialettica importante, un carisma eccezionale, ha appena smesso, meglio di lui non c'è nessuno. Ma ora cosa fa Rocchi? Niente".
Secondo lei Nicchi e Rizzoli sono le persone giuste al posto giusto?
"Rizzoli sì, Nicchi no. Ha finito la sua storia. Ormai non può più dare nulla. Ha fatto tante cose giuste o sbagliate, ma quando una persona rimane in quel posto per tanto tempo non ha più nulla da dare. Rizzoli invece può continuare, anche se mi sembra troppo bravo e troppo per bene. È cosi nella vita e cosi era in campo. È bravo e può dare ancora tanto alla categoria".