Gravina non si dimette da capo del calcio italiano: “Non scappo”. E blinda Spalletti: “Non si cambia”
Il giorno dopo la disfatta dell'Italia agli Europei, con l'eliminazione negli ottavi per mano della Svizzera e una prestazione davvero desolante per pochezza tecnica e di gioco, Gabriele Gravina e Luciano Spalletti si sono presentati in conferenza stampa per fare un bilancio dell'avventura in Germania e soprattutto respingere entrambi l'ipotesi di dimissioni, che parte dei media e dei tifosi stavano chiedendo a gran voce in queste ore. "Siamo tutti responsabili e dobbiamo continuare ad essere responsabili – ha detto il presidente federale – Io in particolare non ho la cultura di scappare davanti alle responsabilità che mi riguardano". Quanto a Spalletti, Gravina ha blindato il Ct azzurro: "Ha la nostra fiducia, deve lavorare e non possiamo pensare di mettere in essere atti che potrebbero fare danni ancora peggiori".
Gravina: "Impensabile risolvere i problemi abbandonando un progetto pluriennale"
Gravina ha esordito rivolgendosi in primis ai tanti tifosi italiani delusi da quanto mostrato dall'Italia in Germania: "Siamo dispiaciuti per non aver dato ai tifosi azzurri la gioia che meritano, dispiaciuti per il risultato. Sappiamo che il risultato ha tante variabili, quelle che prevedono anche l'ipotesi della sconfitta. Quello che purtroppo rimane è la delusione per non aver potuto dimostrare a chi ci ha seguito tutto quello che è stato fatto in fase di preparazione da questi ragazzi. Rimane la delusione di una prestazione, di una incapacità di esprimere quello che potevano fare e soprattutto di non poter toccare con mano il carattere della nostra italianità e reagire ad alcuni limiti oggettivi e saper sopperire con una reazione diversa rispetto a quello che abbiamo toccato con mano ieri".
Il presidente della FIGC ha poi svelato il summit a caldo che è avvenuto ieri sera a Berlino dopo la sconfitta con la Svizzera: "Queste riflessioni le abbiamo fatto insieme già ieri sera io, il mister e Gigi Buffon con tutta la squadra, una delusione che i ragazzi hanno condiviso con noi. Non parliamo di un gruppo che si distacca dall’assunzione di responsabilità, siamo tutti responsabili. Ieri sera abbiamo chiacchierato con il mister, io sono molto pragmatico e credo che sia impensabile risolvere i problemi abbandonando un progetto pluriennale, non si può abbandonare un progetto dopo otto mesi". Spalletti insomma non si tocca, con le qualificazioni mondiali che sono già dietro l'angolo.
Gravina ha poi confermato quei cambiamenti – a livello di nazionale maggiore, per tattica e uomini – già preannunciati sabato sera a caldo da Spalletti: "C'è da cambiare qualcosa, rivedere l'approccio, ci saranno delle riflessioni profonde con Spalletti. Ieri sera abbiamo iniziato a confrontarci, dobbiamo crescere tutti e abbiamo un solo modo per poterlo fare. Quando si cade com'è successo a noi, bisogna avere la capacità di rialzarsi con la forza del progetto, delle idee e del lavoro. Io i problemi li affronto con il lavoro, non ho la cultura di fuggire di fronte a responsabilità che mi coinvolgono".
Il presidente FIGC replica a chi chiedeva le dimissioni sue e di Spalletti: "Non esiste"
Il capo del calcio italiano poi ha mostrato i muscoli di fronte a chi lo aveva invitato a dimettersi: "Vi invito a tenere distinte le responsabilità politiche da quelle tecniche, altrimenti si aggredisce la parte tecnica per poi andare in quella politica. Il senso di responsabilità implica in questo momento, da parte mia, grande lucidità. Spalletti ha la nostra fiducia, deve lavorare, tra 60 giorni abbiamo un nuovo appuntamento e non possiamo pensare che con altre azioni fioriscano in Italia i vari Mbappé e Messi, ci vuole pazienza. Il talento c'è, tutte le nostre nazionali giovanili sono qualificate alle fasi finali. Il 2026 è un obiettivo reale, siamo tutti consapevoli che sarebbe un disastro inimmaginabile non qualificarsi per la terza volta di fila ai Mondiali. Vorrebbe dire che ancora una volta non siamo riusciti a trovare un progetto in grado di dare risultati nell'immediato".
Poi Gravina ha ancora ribadito che di dimissioni non se ne parla: "Non esiste nell'ambito di una governance federale l'idea che qualcuno possa pretendere le dimissioni dall'esterno. Questo vale sia per la politica che per tutti coloro che dall'esterno chiedono le dimissioni di Gravina o Spalletti. Per me la scadenza è a marzo 2025, le elezioni avverranno nella prima data utile, le avrei fatte anche prima, ma non si possono fare prima delle Olimpiadi. Quella è l'unica sede deputata legittimamente a scegliere la governance. Critiche sì, ma devono essere costruttive. Il mio è un ruolo di servizio, è giusto che ci sia un confronto con le componenti che mi dovranno eleggere, con loro valuterò se continuare il mio percorso o interromperlo".