Grassadonia sviene in panchina: attimi drammatici in Brescia-Pescara
Il match tra Brescia e Pescara che si è giocato oggi pomeriggio allo stadio Rigamonti per la 32sima giornata di Serie B ha avuto una parentesi dai toni drammatici che ha fatto sospendere il fiato per qualche interminabile minuto. Il tecnico degli ospiti Gianluca Grassadonia ha infatti improvvisamente perso conoscenza nel finale della gara, accasciandosi a bordo campo.
Era il minuto 86, quando si sono vissute scene di panico: immediati i soccorsi, col match ovviamente sospeso e grande apprensione di tutti i presenti. Il 48enne tecnico campano, subentrato a Breda alla guida del Pescara lo scorso 14 febbraio, è stato posizionato in panchina con le gambe sollevate, come testimoniano le drammatiche immagini, e poi una volta riavutosi gli è stato somministrato ossigeno con la mascherina. Successivamente è stato accompagnato fuori dal campo, uscendo con le proprie gambe.
I tweet del club abruzzese hanno dato in tempo reale il senso della concitazione del momento, nel suo evolversi dai primi drammatici attimi al sollievo successivo.
Nel mentre, dopo una sospensione di una decina di minuti, la gara è ripresa con uno stato d'animo ben comprensibile ed è terminata col punteggio di 1-1, in virtù dei gol di Jagiello per i padroni di casa al 17′ e poi Dessena per il Pescara al 72′. I biancazzurri restano penultimi in classifica con 28 punti, mentre le Rondinelle sono al nono posto con 44 punti. Ma è inutile dire che il risultato è finito in secondo piano, col pensiero di tutti rivolto a Grassadonia, accompagnato in ospedale per accertamenti.
Non è la prima volta che l'ex difensore di Salernitana, Cagliari e Chievo è protagonista di un episodio dai toni drammatici in campo. Il 28 novembre 1998, durante un Udinese-Cagliari, Grassadonia subì infatti un arresto cardio-respiratorio in seguito a un durissimo scontro con Tomas Locatelli. Il suo cuore tornò a battere grazie all'intervento – allora definito muracoloso – del portiere Alessio Scarpi e del medico dell'Udinese Giorgio Indovina, che lo rianimarono mediante respirazione bocca a bocca e tre massaggi cardiaci. Oggi, a distanza di oltre 20 anni, un altro episodio drammatico, fortunatamente con analogo lieto fine.