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Gotze racconta la trasformazione di Guardiola durante le partite: “Erano due persone diverse”

Nelle partite importanti Guardiola diventa un’altra persona: parola di Gotze che, raccontando della sua esperienza al Bayern Monaco, ha rivelato un retroscena sul suo ex allenatore.
A cura di Ada Cotugno
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Quando sale l'adrenalina Pep Guardiola si lascia trascinare: è più forte di lui ma quando c'è tanto in ballo l'allenatore spagnola diventa un'altra persona, chiedere a Mario Gotze per averne conferma. L'ex giocatore del Bayern Monaco ha raccontato a Zeit il suo periodo trascorso in Baviera dove ha avuto a che fare anche con l'attuale tecnico del Manchester City che lì non ha vissuto il periodo più florido della sua carriera.

Nonostante tutto dal 2013 al 2016 è riuscito sempre a vincere il campionato (tre in totale), aggiungendo anche due Coppe di Germania, una Supercoppa UEFA e un Mondiale per Club, fallendo soltanto l'obiettivo Champions League. Il giocatore tedesco a 32 anni gioca nell'Eintracht Francoforte ma non dimentica il periodo trascorso con Guardiola e soprattutto il suo particolare approccio alle partite più importanti.

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La trasformazione di Guardiola

Nel corso dell'intervista Gotze ha parlato della sua carriera, segnata da alcuni problemi fisici, tra cui un disturbo metabolico che non permetteva al suo corpo di rimettersi in sesto. Nel 2014 ha regalato il Mondiale alla Germania, prima di scendere dal piedistallo per lottare faccia a faccia contro le sue difficoltà. Non è stato un percorso facile per il tedesco che ha deciso di raccontare alcuni retroscena, fra cui uno che tocca proprio Guardiola.

È risaputo che lo spagnolo sia un maniaco nella cura dei dettagli, che ami gestire personalmente ogni aspetto delle sue squadre e che sia meticoloso in ogni aspetto. Ma il ritratto che ne fa l'ex giocatore del Bayern Monaco va oltre ogni racconto: Gotze ha avuto la fortuna di essere allenato da lui per tutti e tre gli anni della sua permanenza, riuscendo quindi a conoscerlo a fondo in tutte le sue particolarità.

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Guardiola è una persona che si lascia prendere la mano in tutti i contesti e, come racconta il suo vecchio giocatore, quando il livello delle partite si alza diventa praticamente un'altra persona, irriconoscibile per tutti: "La tensione che viveva era enorme. C'era una chiara differenza nel suo comportamento a seconda che stessimo per giocare una partita di Bundesliga o di Champions League. Erano due persone diverse". È il caso delle uscite di Champions League, dove ogni dettaglio è importante, ma anche delle partite di campionato ad alta quita che tirano fuori dall'allenatore un carattere che poche volte si vede.

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