Il momento più significativo del secondo tempo di Juventus-Milan si è presentato al 65′, quando la regia televisiva ha staccato da una delle tante fasi spente del gioco per inquadrare Gonzalo Higuain (non convocato) seduto sugli spalti dell'Allianz Stadium, doverosamente distanziato dai compagni. Sguardo annoiato, espressione di chi avrebbe preferito essere altrove, ha preso il telefono dalla tasca con la naturalezza che abbiamo tutti noi quando cerchiamo di distrarci da qualcosa che non ci piace o non ci interessa. Immagine potente, perché perfettamente complementare a quello che si stava vedendo in campo proprio in quei momenti. La sintesi del primo calcio post-Covid: lento, ovattato, anestetizzato.
Non che l'aspettativa fosse diversa. Lo stesso esempio della Bundesliga, osservata dal mondo intero qualche settimana fa, ci aveva regalato un'anteprima di come avremmo ritrovato il calcio alla ripresa. Un'imitazione sbiadita di quello a cui eravamo abituati. L'unica versione possibile, in questo momento.
In Italia si partiva in condizioni persino peggiori: dopo uno stop (senza precedenti) durato tre mesi, un tira e molla politico sulla possibilità o meno di riprendere che si è trascinato fino alle scorse ore, allenamenti ripresi a pieno regime solo da un paio di settimane. Condizioni tutt'altro che ideali per regalare prestazioni ricche di contenuti tecnici e atletici. Aggiungiamoci il contesto di uno stadio vuoto, inevitabile ma straniante, ed ecco venire fuori il risultato finale. Un surrogato dello sport più amato d'Italia. È quello che il calcio ha deciso di essere, pur di sopravvivere. Una brutta copia di se stesso per garantirsi il futuro.
Passerà, comunque. La condizione atletica migliorerà e la forza dell'abitudine cambierà anche la percezione dall'esterno. I tifosi, quando sarà possibile riaprire gli stadi, completeranno il puzzle. Servirà tempo, come per ogni fase di ripresa. Ma anche il calcio tornerà ad essere quello che conoscevamo. Nel frattempo ci ritroveremo ancora a dare qualche occhiata distratta al telefono, come Gonzalo Higuain.