Gol ed espulsione annullati in Salernitana-Milan: il Var “salva” l’arbitro Fourneau
Un gol e un'espulsione annullati col Var, otto minuti di recupero concessi anche in base alla nuove direttive. Salernitana–Milan si segnala subito per episodi e situazioni che hanno visto protagonista l'arbitro, Fourneau. L'intervento della tecnologia s'è rivelato fondamentale in quei due frangenti del match caratterizzati dal momento di maggior pressione dei granata. Quanto alla concessione del recupero, la scelta è rimasto nel solco di quanto suggerito dai vertici arbitrali. Il designatore, Rocchi, lo aveva già spiegato prima che la Serie A tornasse in campo: non ci sarebbero stati extra-time come ai Mondiali ma parentesi oltre il 90° tali da riprendere un congruo lasso di tempo perso nel corso del match (come avvenuto all'Arechi tenendo conto delle revisioni).
Due i casi da moviola che hanno caratterizzato l'incontro, il primo fa riferimento alla rete dello 0-3 annullata a Tomori, il secondo prende in esame il cartellino rosso (poi tramutato in giallo) inizialmente comminato a Bradaric.
Perché è stato annullato col Var la rete di Tomori
La posizione di fuorigioco attivo di Brahim Diaz (di un piede) inficia il gol dello 0-3 che avrebbe di fatto spento ogni speranza della Salernitana di agguantare il pareggio con l'assalto finale nel recupero.
Il direttore di gara non se ne accorge subito, viene avvertito dalla cabina di regia che c'è qualcosa da rivedere: è il piazzamento dell'ex Real Madrid che disturba visuale e intervento di Ochoa. Lo spagnolo è molto vicino al portiere messicano, ne intercetta la traiettoria, e sfiora la sfera.
Rosso a Bradaric, Fourneau si corregge dopo la on-field-review
Altro episodio da prendere in considerazione: l'intervento di Bradaric su Kalulu che, almeno inizialmente l'arbitro reputa da espulsione. Perché il direttore di gara ha estratto subito il cartellino rosso?
La dinamica dell'azione e la postura gli erano sembrati tali da punire quell'entrata col piede a martello. La revisione a bordo campo di quella situazione di gioco lo ha convinto a cambiare decisione: non si è trattato di un intervento violento ma di semplice "step on foot", un tocco dato poco sotto la caviglia e senza intenzionalità di far male all'avversario.